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Cefalee, a novembre il picco di ricerche

Gli espidemiologi hanno analizzato i dati di dieci anni in 31 Paesi europei. Uno sudio di Google Trends: il problema sembra acuirsi nel cambio di stagione

Cefalee, a novembre il picco di ricerche

06 Novembre 2022, 12:33

A novembre si verifica un picco di ricerche sul web per le voci «cefalea» ed «emicrania». È la conclusione alla quale sono arrivati ricercatori del dipartimento di Igiene e Epidemiologia dell'Università di Danzica, in Polonia, in uno studio pubblicato di recente sulla rivista «Headache».
Sono 41 milioni le persone in Europa che convivono con l'emicrania e questa malattia è tre volte più comune nelle donne.
Si stima che in Italia siano sei milioni le persone che soffrono di emicrania, ossia il 12% della popolazione. L'emicrania è la seconda causa di disabilità nel mondo e la prima tra le giovani donne. Spesso inizia a manifestarsi durante la pubertà e colpisce principalmente le persone tra i 35 e i 45 anni, ossia la popolazione più produttiva.
Diverse ricerche in passato hanno dato sostegno all'idea che i ritmi stagionali influenzino le cefalee, specie l'emicrania e la cefalea a grappolo.
Lo studio polacco ha voluto indagare se le ricerche su internet relative alle cefalee riflettessero in qualche modo questa stagionalità. I ricercatori hanno analizzato 10 anni di dati della piattaforma Google Trends relativi a 31 paesi europei usando come parole chiave cefalea, emicrania, cefalea tensiva.
Sono emerse diverse variazioni temporali: il volume di ricerche con parola chiave «cefalea» raggiunge un picco a ottobre, febbraio e novembre e un minimo a luglio. Per «emicrania» il volume delle ricerche raggiunge il picco a novembre e il minimo a luglio.
«L'attenzione del pubblico per gli argomenti legati alla cefalea su Internet - sottolineano gli autori del lavoro - è distribuita secondo una tendenza significativa di aumento delle ricerche in primavera e in autunno. Ciò suggerisce che un gran numero di pazienti può sperimentare un certo livello di variazione stagionale nella frequenza delle proprie cefalee. È necessario valutare se a tali variazioni temporali corrispondano anche delle variazioni stagionali nella pratica clinica», concludono.

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