×
×
☰ MENU

salute

Acidità e bruciore di stomaco: come trattare la gastrite

Stomaco in fiamme: trattare la gastrite acuta o cronica

di Ilaria Colella

11 Dicembre 2022, 14:07

RISPONDE Gian Luigi De’ Angelis Professore ordinario di gastroenterologia dell’Ateneo di Parma e direttore della Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma

Le festività natalizie si stanno avvicinando e, tra una pubblicità di giocattoli, cioccolatini e profumi, ecco che compaiono anche i rimedi miracolosi contro acidità e bruciore di stomaco.
Solitamente, si tende a correlare questi disturbi al consumo di pasti importanti o non del tutto equilibrati, tuttavia sono sintomi sempre più diffusi, da non sottovalutare, specie se ricorrenti.
Ne abbiamo parlato con Gian Luigi De’ Angelis, professore ordinario di gastroenterologia dell’Università di Parma, direttore della Gastroenterologia ed endoscopia digestiva e del Dipartimento Materno-infantile dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.


Che cos’è la gastrite?
«Per gastrite si intende un’infiammazione della mucosa dello stomaco, la cui origine può essere variabile - dice De' Angelis - Una prima distinzione da fare è quella tra gastrite acuta e cronica, a seconda delle modalità di insorgenza e dell’estensione temporale della patologia. La gastrite acuta esordisce improvvisamente e solitamente è causata da fattori infettivi (batterici, virali o da tossina), da farmaci in primis i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) o da tossici ingeriti. Abitualmente il suo decorso è breve e vi è una tendenza alla guarigione spontanea, specie allontanando il fattore che la causa. Per gastrite cronica si intende invece una sofferenza infiammatoria dello stomaco che dura nel tempo i cui fattori responsabili sono diversi: l’infezione da Helicobacter pylori, che di regola è secondaria a contaminazione familiare e diventa, dopo i 55 anni, un fattore che può provocare l’insorgenza del tumore allo stomaco; le gastriti ipersecretive che possono comportare ulcere specie a livello del bulbo duodenale; l’autoimmunità, ovvero una reazione immunitaria contro le proprie cellule; le gastriti chimiche, causate principalmente da un rallentato svuotamento gastrico con secondario reflusso di bile e succhi enterici nello stomaco; le gastriti idiopatiche, dove non è possibile individuare un preciso fattore eziopatogenetico».


Per evitare confusioni, in cosa la gastrite si differenzia dalla gastroenterite?
«La gastrite è un meccanismo infiammatorio esteso allo stomaco. Per gastroenterite, invece, intendiamo fenomeni quasi sempre infettivi ed acuti, che interessano lo stomaco e l’intestino e sono caratterizzati da sintomi quali vomito e diarrea».
Quali sono i sintomi della gastrite?
«Il bruciore a livello retrosternale, il dolore epigastrico, la nausea, il senso di sazietà precoce, l’eruttazione e, talvolta, il gonfiore addominale».
La gastrite può avere una natura psicosomatica?
«Le tensioni emotive, le preoccupazioni e le ansie legate ai problemi quotidiani possono essere fattori peggiorativi di una situazione che, tuttavia, ha il primum movens in fattori eziopatogenetici organici».


In che modo va trattata la gastrite? Esistono dei rimedi “naturali”, oltre alla via farmacologica?
«La gastrite va trattata a seconda della causa - spiega lo specialista - Se si tratta della forma acuta, la guarigione può talvolta avvenire spontaneamente in un ridotto intervallo di tempo, ad esempio nelle forme infettive. Laddove vi è una significativa perdita della qualità della vita, o nei soggetti con più di 45 anni, prima di utilizzare farmaci attivi specie nel bloccare la secrezione acida è indicata secondo linee guida una endoscopia digestiva alta. L’unico rimedio “naturale” che ha una importanza clinica rilevante è quello di una alimentazione sana ed equilibrata, che nel caso delle gastriti ipersecretive deve contemplare la drastica riduzione di alimenti a pH acido e ad alto tenore di grassi».
Se non correttamente trattata, ci possono essere delle complicanze?
«Certamente - avverte il gastroenterologo - Ad esempio, le gastriti ipersecretive non trattate possono portare all’ulcera duodenale, spesso causa di emorragia digestiva acuta. Inoltre alcune gastriti, specie croniche, quali quelle da Helicobacter pylori, possono avere una evoluzione verso la malignità. È comunque bene sottolineare di non sottovalutare i sintomi della gastrite e di rivolgersi sempre o al medico di famiglia o ad uno specialista, per decidere in quali casi e con quale rapidità eseguire gli esami diagnostici volti a mettere in atto la terapia più specifica».

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI