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SALUTE E BENESSERE

Capillari evidenti e varici: come curare gli arti inferiori

Occhio alle scarpe, no agli intingoli, sì alle camminate

Resta in gamba

02 Marzo 2023, 09:59

Le vene varicose sono una sindrome che affligge circa il 35% della popolazione nei paesi economicamente più sviluppati e si manifesta con piccoli capillari evidenti o con alcune vene reticolari, oppure con gonfiore, crampi e pesantezza alle gambe; di conseguenza, i problemi possono essere non solo estetici ma anche funzionali. Massimo Facchini, chirurgo vascolare e dirigente medico dell’Unità operativa di Chirurgia dell’Ospedale di Borgotaro, chiarisce che i flebologi oggi devono essere multitasking, saper usare in modo appropriato strumenti come laser, carbossiterapia e mesoterapia, essere coscienti che non esiste un protocollo standard per tutti i pazienti e soprattutto saper combinare differenti approcci terapeutici. Quali le cause delle varici?
«La reale causa della dilatazione delle vene degli arti inferiori non è ancora stata definita; esistono sostanzialmente due ipotesi per cui si ritengono responsabili, rispettivamente, le valvole e la struttura della parete venosa. L’ipotesi di una degenerazione valvolare sembra oggi difficilmente sostenibile: le tecniche con ultrasuoni hanno permesso di evidenziare come i rami di alcune vene degli arti inferiori possano subire una degenerazione varicosa anche quando si ha una buona continenza valvolare. L’attenzione dei ricercatori si è rivolta quindi sulla struttura della parete della vena varicosa, nella quale sembra esservi una minor quantità di collagene ed elastina che nella parete venosa normale».


Che cosa sono le vene varicose?
«L’Organizzazione mondiale della sanità definisce le vene varicose (o varici) come delle dilatazioni abnormi e sacculari delle vene, soprattutto degli arti inferiori, che spesso assumono un andamento tortuoso. Rappresentano una patologia frequente ma generalmente ben sopportata, solamente l’1,1% dei maschi ed il 2,2% delle femmine vengono ricoverati per intervento chirurgico alle varici degli arti inferiori».
In quale fascia di popolazione le varici sono più diffuse?
«In genere si manifestano tra i trenta e i quarant’anni e sono più frequenti nelle donne e nei soggetti che svolgono attività lavorativa in stazione eretta e nell’arto inferiore sinistro per la compressione sulla vena iliaca sinistra da parte dell’arteria iliaca destra».
Quali i fattori che possono far sviluppare le vene varicose?
«La stitichezza, che ostacola il ritorno di sangue venoso verso l’alto, l’obesità, la deficienza della pompa muscolare, il lavoro in ortostatismo (stazione eretta), un ambiente caldo (che favorisce una dilatazione dei vasi), le alterazioni delle vene presenti alla nascita (congenite), l’uso della pillola anticoncezionale, la gravidanza e l’Invecchiamento».

Quando è necessario intervenire?
« Ci sono delle possibili terapie mediche conservative che consistono nell’uso di calze a compressione graduata (scelte con il medico) e di bendaggi elastici che aiutano a compensare parzialmente l’insufficienza venosa, favorendo il ritorno di sangue verso il cuore. Su consiglio medico, si può ricorrere a farmaci vasotonici, in grado cioè di tonificare la parete venosa, che possono essere utili a ridurre la sintomatologia e l’edema. A tale scopo, si può trarre beneficio anche da prodotti naturali come l’ippocastano, la centella asiatica, la vite rossa, il mirtillo. Tutti questi metodi possono rappresentare un sistema efficace per la gestione dei sintomi correlati alla malattia varicosa, ma non risolvono la causa del reflusso; l’unico trattamento definitivo è, difatti, quello chirurgico».


Si può fare prevenzione?
«Per prevenire il peggioramento della malattia venosa si suggerisce di indossare calze elastiche, evitare l’esposizione al calore eccessivo, limitare l’utilizzo di tacchi alti e ricorrere all’uso di farmaci con evidenze cliniche riconosciute dalle linee guida. Le scarpe inadatte, troppo basse e senza ammortizzazione, non permettono l’attivazione della pompa plantare, meccanismo preposto allo sgonfiamento della gamba nell’atto del camminare. Si suggerisce di svolgere attività fisica, anche solo di camminare ogni giorno per 30/40 minuti consecutivamente, e nel periodo estivo di camminare in acqua fino al ginocchio».
E l’alimentazione?
«È consigliato un regime dietetico ipocalorico, assumere molti liquidi, consumare frutta e verdura in quanto ricche di antiossidanti (vitamina C ed E), e alimenti ricchi di vitamina C e di colore viola/blu scuro. Andrebbero invece evitati gli alimenti di difficile digestione, come intingoli, fritture ed alimenti ricchi di grassi, l’alcol (moderarne il consumo) e gli alimenti ricchi in caffeina (es. caffè, cioccolato, bevande a base di mate, guaranà)». Antonella Cortese

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