Salute
Il diabete tipo 2, causato da un'alterazione della quantità e del funzionamento dell’insulina prodotta dal pancreas, è una vera e propria epidemia mondiale e rappresenta quasi il 90% di tutti i casi di diabete mellito.
Causa l’aumento della sedentarietà e le cattive abitudini alimentari sono circa quattro milioni gli italiani affetti da diabete e circa due milioni, pur non avendo il diabete conclamato, mostrano difficoltà a mantenere i valori glicemici sotto controllo.
Sono tantissimi i lavori scientifici che documentano come la medicina migliore per la prevenzione, e spesso anche per la cura del diabete, sia l’attività fisica abbinata ad una corretta alimentazione. Purtroppo invece nel nostro paese oltre il 30% della popolazione diabetica è sedentaria e dalle statistiche effettuate la prescrizione dell’attività fisica in modo strutturato non sempre rientra nella pratica clinica del diabetologo, che la prescrive raramente dando solo generiche raccomandazioni.
Nel paziente, quindi, manca la consapevolezza di come l’attività fisica correttamente eseguita, pur non essendo un farmaco nel senso tradizionale del termine, rappresenti comunque un vera terapia alla portata di tutti senza effetti collaterali negativi, più efficace ed economica di molti farmaci.
Lo sport, infatti, non soltanto fa diminuire la glicemia e migliora le condizioni metaboliche del diabetico, ma consente anche di acquistare fiducia nelle proprie capacità e dovrebbe diventare un’abitudine di vita sana ed una regola di vita da seguire al pari della corretta alimentazione.
Ma è fondamentale anche evitare la sedentarietà perché una persona può praticare attività fisica ma essere nel contempo sedentaria se, a parte la mezz’ora di sport al giorno, passa le restanti ore tra sedia letto e poltrona.
Nel paziente diabetico l’attività fisica non va però improvvisata, esistono precise linee guida da seguire e la prescrizione corretta deve essere personalizzata e nascere da una collaborazione tra il medico specialista in medicina dello sport, il diabetologo ed il laureato in scienze motorie, dopo aver inquadrato il paziente ed averne definito il profilo clinico e le eventuali controindicazioni per determinate attività.
Non ci sono particolari preclusioni, fatta eccezione per i soggetti con complicanze croniche del diabete come la cardiopatia ischemica o la retinopatia diabetica, ed in questi casi verranno consigliate determinate attività e precluse altre.
Per la prevenzione del diabete, e per ottenere una sensibile riduzione del rischio cardiovascolare, la dose minima di attività fisica dovrebbe essere di 150 minuti alla settimana di esercizio aerobico a media intensità come camminare, nuotare, correre, andare in bicicletta, vale a dire mezz’ora per cinque giorni alla settimana possibilmente senza far passare più di due giorni tra una seduta e l’altra: una quantità che non dovrebbe creare scompensi nella vita quotidiana ma che per molti, causa la pigrizia e la poca determinazione, diventa comunque difficile da raggiungere.
Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato che anche l’esercizio per lo sviluppo della forza, utilizzando sia sovraccarichi che il peso del proprio corpo e l’attività aerobica ad alta intensità, sono efficaci nel ridurre sia il rischio cardiovascolare che la glicemia.
Un recentissimo studio pubblicato alcuni mesi fa sulla rivista “Diabetes care” da un gruppo di ricercatori statunitensi ha dimostrato inoltre come i maggiori benefici dell’attività fisica sul controllo glicemico si abbiano quando questa viene praticata nelle ore pomeridiane.
Se in passato ai diabetici era proibito fare sport agonistico oggi, al contrario, non soltanto è loro concesso di praticare un’attività sportiva, ma addirittura è consigliato, sia in presenza di diabete di tipo I sia di tipo II, e sono tanti gli atleti diabetici che praticano attività agonistica diventati campioni nei loro sport.
Di fondamentale importanza per evitare spiacevoli complicazioni è che il paziente sappia gestire sia la propria alimentazione che la terapia farmacologica in relazione all’esercizio fisico, in quanto nel diabetico i meccanismi metabolici di approvvigionamento dell’energia muscolare sono alterati e la glicemia generalmente scende con l’attività. Tale fenomeno è positivo e non comporta il rischio di ipoglicemia se il diabetico non assume farmaci, mentre nei diabetici che fanno uso di alcuni tipi di farmaci ipoglicemizzanti orali o di insulina, il rischio di ipoglicemia è reale: quindi vanno tenuti monitorati i livelli glicemici prima e dopo aver svolto attività fisica.
Iniziare a praticare attività fisica è possibile in ogni momento ma è sempre importante la gradualità ed è necessaria una visita medica con elettrocardiogramma e test da sforzo massimale per identificare possibili malattie cardiovascolari e per determinare la frequenza cardiaca massima, necessaria per una prescrizione personalizzata di esercizio fisico sicuro.
Nel caso di attività sportive agonistiche, il certificato di idoneità è rilasciato solo previa presentazione di una certificazione del diabetologo, che attesti come lo stato di patologia diabetica sia ben compensato e che il diabetico sia in condizioni di ottimale terapia e autocontrollo.
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