Salute
Il cancro non è più considerato un evento casuale, ma è scatenato, in circa il 50% dei casi, da fattori ambientali noti e in parte prevenibili, come sostiene l’International agency for research on cancer (Iarc).
Come è stato dimostrato il ruolo dell’inquinamento nella genesi dei tumori?
«Attraverso studi difficili, lunghi e costosi sia di tipo epidemiologico, sulla popolazione, sia di tipo sperimentale, in laboratorio, per testare la cancerogenesi sugli animali - risponde Vittorio Franciosi, medico oncologo - Recentemente viene applicato l’approccio “esposoma”, che integra informazioni sull’ambiente esterno (fattori ambientali, stile di vita, socio-economici) e sull’ambiente interno (fattori genetici, metabolici).
Come viene definito il rischio ambientale di tumore?
«La Iarc classifica gli agenti in quattro gruppi in base alle prove scientifiche. Il gruppo 1 comprende gli agenti sicuramente cancerogeni per l'uomo. Ai gruppi 2A e 2B appartengono agenti probabili o possibili cancerogeni. I gruppi 3 e 4 indicano agenti con prove limitate o assenti di cancerogenicità».
Quali sono gli agenti chimici più cancerogeni nell’aria che respiriamo all’aperto?
«Nel 2013, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), annunciava che l’inquinamento atmosferico, legato ai trasporti, alla produzione di energia, alle emissioni industriali e agricole e al riscaldamento domestico, e il particolato (pm 2.5), cioè le minute particelle del pulviscolo atmosferico, sono cancerogeni di gruppo 1 per l’uomo, responsabili del cancro ai polmoni. Nel 2017, l’inquinamento atmosferico da pm 2.5 rappresentava la seconda causa di morte per cancro ai polmoni dopo il fumo, con oltre 265.000 morti per tumore del polmone nel mondo».
Quali sono gli inquinanti chimici più cancerogeni nell’aria che respiriamo in casa?
«Nel 2017, l’inquinamento domestico è stato responsabile di circa 85.000 decessi per cancro ai polmoni in tutto il mondo a causa delle emissioni derivanti dalla combustione domestica del carbone, che sono cancerogene di gruppo 1, come anche il fumo passivo, che nello stesso anno ha provocato quasi 100.000 morti per tumore polmonare. Anche le emissioni dalla combustione domestica di biomassa (principalmente legno) probabilmente provocano il tumore polmonare (gruppo 2A), come altri agenti possibilmente cancerogeni quali alcuni materiali da costruzione (colle, formaldeide, piombo nelle vernici e nei tubi e amianto)».
Quali sono gli agenti chimici più cancerogeni nell’acqua?
«L'inquinamento dell'acqua può essere dovuto a perdite da terreni contaminati e può a sua volta contaminare la catena alimentare. L’acqua potabile, o l’acqua utilizzata per attività agricole o ricreative, può essere inquinata da contaminanti cancerogeni naturali, come l’arsenico, o da inquinanti di origine antropica, come gli agenti clorurati, le sostanze perfluorurate alchilate e i metalli. L’arsenico è un agente cancerogeno di gruppo 1 per l’uomo, responsabile di tumori al polmone, pelle e vescica. Le prove vengono principalmente da studi condotti sulle popolazioni che abitano in aree con un contenuto di arsenico naturale molto elevato (>100 µg/L), come alcune zone dell’Argentina, Bangladesh, Cile, India, Taiwan e Cina. Anche sottoprodotti della disinfezione, la clorazione e i nitrati, sono cancerogeni di gruppo 2, in grado di provocare tumori alla vescica e allo stomaco».
Quali le sostanze chimiche pericolose nel suolo?
«Secondo un rapporto del Centro comune di ricerca europeo, nei paesi dell'Ue ci sono oltre 340.000 siti con suolo contaminato, di cui solo il 15% è stato oggetto di bonifica. In Italia, sono disponibili stime del rischio di cancro per le popolazioni che vivono vicino a 23 siti contaminati, in cui sono presenti Registri Tumori. Dal 1995 al 2005 è stato osservato un eccesso di incidenza complessiva del cancro in entrambi i sessi (9% negli uomini e 7% nelle donne) e in specifiche sedi. L’amianto e altre fibre, come l’erionite e la fluoroedenite, sono classificate come cancerogene di gruppo 1 per l'uomo e associate al mesotelioma pleurico, al tumore polmonare, laringeo e ovarico. Per quanto riguarda i pesticidi, solo un gruppo, attualmente non più utilizzato, a base di composti inorganici dell'arsenico, è classificato come cancerogeno del gruppo 1 per l'uomo e collegato a tumori cutanei, melanomi e altre neoplasie. Anche alcuni metalli (cadmio, piombo, cromo) sono cancerogeni di gruppo 1 per l’uomo e associati al tumore del polmone».
Come ridurre il rischio ambientale dei tumori?
«La prevenzione dell’esposizione a inquinanti ambientali cancerogeni richiede un investimento nella ricerca di ambienti, soprattutto urbani, sempre più sostenibili, un’azione normativa nazionale, un impegno da parte delle comunità locali e dei singoli cittadini. Recenti ricerche condotte negli Usa e in Spagna hanno esaminato, ad esempio, l’influenza degli ambienti urbani in una prospettiva più ampia rispetto al solo esame dell’inquinamento atmosferico. Alcune caratteristiche dell’ambiente edilizio e degli spazi verdi sono state associate ad un miglioramento del benessere psicologico, della natalità, delle malattie cardiovascolari, della mortalità generale e del cancro, in particolare della mammella, il cui rischio sembra ridursi in caso di vicinanza residenziale agli spazi verdi, indipendentemente dal ruolo positivo dell’attività fisica».
Vittorio Franciosi
Medico oncologo
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