Cent'anni. Avanti a tutti. Si potrebbero versare fiumi d'inchiostro per raccontare chi è stata Franca (Maria Norsa) Valeri. Lei stessa ci ha scritto più di un libro. Ma difficilmente si potrebbe tracciarne un ritratto totale.
Forse l'essenza vera di questa Signorina Snob, più milanese del Duomo di Milano, capace di diventare tutte le donne, di tutte le inflessioni dialettali, di tutti i ceti, finanche la ruspantissima Sora Cecioni da lei agli antipodi, è stata la capacità di leggere con occhio da storico, dunque distaccato e critico, il suo tempo e propinarlo al pubblico, con il sapore di una brusca medicina celato dalla zolletta di zucchero.
Negli anni delle maggiorate/cotonate, ha dimostrato che una donna coi capelli a caschetto era all'altezza di un uomo anche su un paio di tacchi bassi. Lei, che al teatro dava del tu, ha insegnato che per fare uno sketch non serviva neppure una cornetta, bastava mimarla con la mano. E' stata amata e ha amato; è stata tradita (lo ha raccontato, con ironia) e forse avrà tradito. Ha adottato una figlia, il soprano Stefania Bonfadelli (l'abbiamo sentita anni fa, in una Traviata a Busseto) che è stata anche la sua «migliore amica». È vissuta cent'anni, e oggi ci pare poco. Chissà che non ci telefoni, ancora, anche solo per dire: Ciao, cretinetti!
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