Trentacinque anni fa, esattamente il 3 settembre del 1984, usciva "Powerslave", il quinto album in studio degli Iron Maiden, gruppo inglese di culto dell'heavy metal. Una band capace dopo una carriera iniziata nel 1975, di pubblicare appena quattro anni fa un doppio di grande valore come "The book of souls". "Powerslave" piacque e bissò il successo di uno degli album precedenti, "The number of the Beast".
"Powrslave" è molto interessante, come spesso è accaduto ai lavori della band, non solo sul piano musicale ma anche su quello dei testi. A partire da "Rime of the ancient mariner", in cui la band si ispirò alla celeberrima Ballata che Samuel Taylor Coleridge compose alla fine del Settecento e che rappresenta una dei momenti più alti della poesia non solo inglese, versi che da quei tempi accompagnano l'uomo. Gli Iron Maiden ricreano nella canzone le atmosfere sognanti e maledette della poesia di Coleridge.
Un altro brano di grande impatto in "Powerslave" e che ha una storia particolare è anche "Flash of the blade" che narra la storia di un guerriero. Un pezzo dal ritmo ossessivo che stregò anche Dario Argento. Il re del brivido lo inserì infatti nella colonna sonora del film "Phenomena", interpretato da Jennifer Connelly che due anni dopo reciterà al fianco di David Bowie nel memorabile “Labyrinth” di Jim Henson. Argento utlizzò oltre a quello degli Iron Maiden anche brani di autori a lui cari come Claudio Simonetti, i Goblin, ma anche gruppi come i Motorhead. Inoltre, in "Powerslave" c'è l'Egitto con le sue leggende e i suoi misteri che, a partire dalla copertina, ispira il disco.
La title track è infatti il racconto di un faraone che non accetta di essere mortale (“I don't wanna die/I am a God” urla). Il brano fu ispirato da un viaggio in Egitto del chitarrista David Murray. "Aces high" è invece ispirata dal bombardamento tedesco su Londra, mentre "2 minutes to midnight" agita lo spettro della guerra nucleare. Entrambe furono pubblicate come singolo.
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