Lina Ustiugova
Lina Ustiugova
Liceo Romagnosi CLASSE: 1D
L’ossessione maniacale di un assassino
Fa discutere questa nuova Carmen di Bizet, andata in scena al Teatro Regio di Parma, dal volto sconosciuto, inesistente e allo stesso tempo viva in ognuna di noi, stravolge la trama originale dell’Opera, portando non ben poco scalpore tra il pubblico. Cambia l’ambientazione, non più la calda Siviglia, con il suo esotismo e i colori sgargianti e il profumo di mediterraneo, ma la tetra, buia e angusta solitudine di una cella di prigione e il suo cortile, nei primi due atti; nei successivi atti spazi più aperti nelle scene dei contrabbandieri e dell’arena, esaltati dall’impianto generale delle scene di Andrea Belli, dai costumi di Valeria Donata Bettella. Al centro della rivisitazione della regista Silvia Paoli non vi è più la bella gitana con la sua passione amorosa. Nella nuova visionaria rappresentazione vi è lo psico-dramma di Don Josè: l’ossessione amorosa di un assassino la cui memoria è tormentata e offuscata da episodi di vita che assumono un forte connotato simbolico di sogni. La scena del terzo atto in cui arriva Micaela con la carrozzina colpisce perché rappresenta tutto il rimpianto e l’amarezza del fallimento di un uomo che ha rovinato la sua vita per andare incontro alle sue passioni. Sul piano temporale cambia l’epoca in cui è ambientata la storia, siamo negli anni ‘60 dove sono vive le istanze di emancipazione femminile e di liberazione sessuale. Il costume della Carmen, in sottoveste nera, indica come la regista voglia provocatoriamente sottolineare la condizione della donna puro oggetto in quegli anni. Sembrerebbe, quasi, una proiezione futura quella di condannare l’uomo-assassino ad un delirio maniacale nel chiuso della cella.
Al comando della bacchetta vi è Jordi Bernacer, si adegua perfettamente ai passi del ritmo andando a creare una perfetta armonia con gli strumenti, divulgando tra gli spettatori una piacevole fluidità nell’ascolto. Grandi applausi agli interpreti di Carmen, Romana Zaharia e il giovane Don Josè, Azer Zada, da non sottovalutare la grandiosa voce di Veronica Marini, interprete di Micaela e la buona capacità nel padroneggiare i momenti intensi di Escamillo, Alessandro Luongo. Il coro è stato preparato da Martino Faggiani coadiuvato dai giovani componenti delle Voci Bianche curate da Massimo Fiocchi Malaspina. Nel complesso il nuovo modo di vedere la Carmen della Paoli è innovativo e provocatorio nel suo moderno messaggio anti-violento. “Se fa discutere per me è vincente”, così, la giovane regista affronta a testa alta e con fermezza la portata in scena di una “nuova” Carmen.
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