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E dopo 29 anni, il ritorno…."

Eugenia Trivioli Liceo Marconi, classe 4D

E dopo 29 anni, il ritorno….

21 Marzo 2023, 19:44

"Pentiti, cangia vita: è l’ultimo momento!’"

"No, no ch’io non mi pento; vanne lontano da me!"

Così la statua del Commendatore e Don Giovanni si fronteggiano, stagliandosi soli su spalti da teatro elisabettiano: questa la scena fissa dell’allestimento ormai ventennale ma ancora vivissimo di Martone del “Don Giovanni” di Mozart, ripreso da Di Florio per l’apertura della stagione lirica al Teatro Regio di Parma. Gli spalti, prima gremiti dai coristi (il coro del Regio, preparato dal M.o Faggiani) e da 35 manichini, progressivamente si svuotano cancellando l’atmosfera vibrante, composita, inafferrabile di vita terrena, e infine crollano trascinando agli inferi Don Giovanni e proiettando lo spettatore, fino a quel momento preso nel vortice delle vicende mondane, in una dimensione distaccata, misteriosa, eterna. E l’inafferrabilità del Don Giovanni trova la chiave per arrivare allo spettatore. Lo sfondamento della ‘quarta parete’, grazie alle passerelle protese sulla buca dell’orchestra e grazie alla comparsa dei cantanti nei palchi di proscenio, accentua la circolarità sottesa alla partitura di Mozart che in un continuum ininterrotto (straordinario per il 1786, epoca in cui vigeva rigida la separazione dei generi teatrali) trapassa dai toni di opera buffa a quelli di opera seria fino ai toni del sacro e poi, con inusuale naturalezza, dal recitativo all’aria. Perfettamente consonante a queste scelte registiche, liberate dal vincolo dei cambi di scena che rendono sinuoso il dipanarsi degli eventi, è la direzione del maestro concertatore C.Rovaris alla guida dell’Orchestra Toscanini, tutta tesa a trovare ‘circolare’ equilibrio tra la componente tragica e quella buffa che Mozart stesso volle sottolineare nel frontespizio: ‘dramma giocoso’. Ma l’arditezza del “Don Giovanni” tocca anche il profilo dei personaggi, non più semplici ‘tipi’, ma a tutto tondo. Il vitalismo inarrestabile del protagonista, che trabocca dall’ ’aria dello champagne’ è pienamente incarnato dal baritono V. Priante, Don Giovanni di lunga esperienza. Il Leporello di Fassi è convincente sia per doti attoriali che vocali. M. Sicilia è un’intensa Donna Anna dal carattere indomito e fiero, mentre C. Remigio è una sensibile Donna Elvira alla disperata ricerca dell’amore di Don Giovanni.

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