×
×
☰ MENU

Opera

Il Don Giovanni risorge dagli inferi

Virginia Rizzardi 4D Liceo Scientifico G. Marconi

Il Don Giovanni risorge dagli inferi

21 Marzo 2023, 19:45

Dopo anni di attesa, l’opera mozartiana viene riproposta, lasciando a bocca aperta l’intero Teatro Regio.

Le luci si abbassano e l’oscurità avvolge il pubblico, mentre l’orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini intona l’inconfondibile Ouverture: il “Don Giovanni” di W. A. Mozart torna a distanza di 29 anni sul palco del Teatro Regio di Parma. Un ritorno travolgente, regia di Raffaele di Florio dalla precedente di Mario Martone, scenografia e costumi curati da Sergio Tramonti.

La regia opta per una rappresentazione tradizionale, che azzarda qualche elemento più moderno: la forte dinamicità. Il movimento è infatti il fulcro dell’opera, non limitando l’azione al solo palco. Sulle due passerelle, tra la platea, dall’entrata principale, dai i loggiati laterali, i personaggi sbucano dappertutto, sorprendendo lo spettatore, sempre più curioso di scoprire il colpo di scena successivo. Questa mescolanza crea un coinvolgimento tale che il pubblico viene catapultato nell’opera, sentendosene parte ed empatizzando con i protagonisti. Anche la gradinata posta come sfondo, apparentemente statica e spoglia, dona vivacità alla rappresentazione, dove l’intrecciarsi di personaggi e azioni rende vitali le scene più allegre, o dona solennità a quelle drammatiche, giocando con le luci e svuotando la struttura. A tenere le redini di questo movimento è Don Giovannis a cui dà vita Vito Priante, che con il suo timbro forte e pieno, delinea un personaggio violento e spregiudicato, lasciando forse troppo in ombra il suo lato più introspettivo.

Di particolare impatto sono le due arie affidate a Marco Ciaponi, in cui Don Ottavio pesa ogni parola in una performance elegante e precisa, accompagnato da un’incisiva Donna Anna, rappresentata dal soprano Mariangela Sicilia, che con il suo timbro flessibile dà forma tanto ai tratti furiosi, quanto a quelli più teneri del personaggio.

In Donna Elvira di Carmela Remigio emerge una donna sensuale e consapevole delle sue capacità, desiderosa di riconquistare l’amante; questa sicurezza trapela anche nell’esecuzione vocale del soprano, che spicca per espressività e bravura.

Riccardo Fassi, interpretando il ruolo del servo, rappresenta perfettamente un Leporello brillante e comico, entrando immediatamente, anche grazie alla vocalità fresca e duttile, nelle grazie del pubblico.

L’accompagnamento dell’orchestra, diretta da Corrado Rovaris, valorizza i diversi registri nel cantato, risultando, purtroppo, a tratti timido.

Il sipario si chiude in uno scroscio di applausi e fischi: ancora una volta, a distanza di quasi 250 anni dal debutto, l’opera mozartiana riunisce in un unico teatro generazioni e gusti differenti, inscenando la fragilità della natura umana.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI