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Opera

Recensione dell'opera “Don Giovanni” -

Ghirardi Asia Liceo Artistico Paolo Toschi - IV scenografia

Recensione dell'opera “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte

21 Marzo 2023, 19:46

Sono fra noi, interagiscono e parlano con noi: dalla Donna Elvira giocosa e energica di Carmela Remigio, al solenne e intimo Don Ottavio, interpretato da Marco Ciaponi, tutti loro si domandano dove sia Don Giovanni e lo stesso quesito ce lo poniamo noi.
Don Giovanni, interpretato da Vito Priante, si confonde e sfugge agli occhi dei suoi ricercatori e anche ai nostri. Il suo superbo canto, perfettamente conforme al nostro libertino, passa in secondo piano per il suo insufficiente carisma. Complice di questa percezione è forse anche il magnetismo di Riccardo Fassi, che ci regala un Leporello scattante e onnipresente.
La scenografia proietta l’opera verso il centro del teatro presentando degli spalti disposti a semicerchio, pieni di manichini vestiti in modo settecentesco, che sembrano essere l’allungamento e la conclusione dei palchetti sui quali ci troviamo noi spettatori. Due piattaforme partono dai lati del palco abbracciando la buca d’orchestra: è il regno di Donna Elvira e della Zerlina di Enkeleda Kamani. La giovane contadina deve riconquistare Masetto, con noi invece è stato un colpo di fulmine durato fino all’ultima chiusura del sipario. Se la presunzione d’innocenza avesse un suono, sarebbe il canto di questa Zerlina: frivolo ma deciso, cristallino e graffiante in egual modo.
Positivo è il dolore espresso da Mariangela Sicilia nelle arie di Donna Anna: seduta al centro del palco, vestita di nero e illuminata da una cimiteriale luce bianca, oscura il resto dell’opera nelle nostre menti per qualche minuto, restituendoci l’immagine del lutto. E’ in questo momento che possiamo accorgerci della versatilità della scenografia e dello studio dei costumi di Sergio Tramonti, appartenenti al suo allestimento del 2002 per il Teatro San Carlo di Napoli, in questa regia di Mario Martone.
Nonostante le essenziali modifiche apportate agli elementi scenici durante l’opera, una scenografia invariata per l’intera durata di entrambi gli atti risulta impegnativa agli occhi dello spettatore che, non percependo un grande dinamismo durante lo spettacolo, viene portato verso la disattenzione.
Se vogliamo cercare la vera protagonista di quest’opera, dalle prove aperte del 10 gennaio 2023 all’ultima rappresentazione del 21 gennaio, la troviamo nell’Orchestra Arturo Toscanini diretta dal maestro concertatore Corrado Rovaris: coinvolgente, suggestiva e potente, presenta un grande e toccante ritorno del “Don Giovanni” al Teatro Regio di Parma, dove mancava da 29 anni.

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