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Il disco

“Teaser and the firecat”, il meraviglioso mondo di Cat Stevens

di Michele Ceparano

18 Agosto 2023, 10:11

In quel lontano 1971 Steven Demetri Georgiu era ancora Cat Stevens. Più tardi, convertitosi alla fede musulmana, sarebbe diventato Yusuf Islam. Quell'anno il cantautore inglese pubblica, a 23 anni, uno dei suoi album destinati a maggior fama. Storico long playng pop, “Teaser and the firecat”, al pari di altri grandi “sempreverdi”, merita di essere rivisitato in questa calda estate. Copertina fiabesca disegnata dallo stesso musicista, il disco si snoda lungo dieci ballate che esplorano l'amore e la natura.

L'artista londinese ha comunque già al suo attivo grandi album come “Mona Bone Jakon”, che contiene, tra gli altri, “Lady d'Arbanville” e “Katmandu”, in cui il flauto è suonato niente meno che da Peter Gabriel, e “Tea for the tillerman”, il disco di “Wild world” e “Father and son”.

Ispirato a un libro per bambini scritto e illustrato dallo stesso Stevens, “Teaser and the firecat” ha il suo incipit nella breve e dolce ballata “The wind”, in cui la voce della natura spalanca all'ascoltatore le porte di un mondo incantato. “Morning has broken” è, invece, un inno alla creazione cristallizzata nella luce del mattino, mentre “Moonshadow” rimane in tema, ma stavolta l'incanto della natura è visto sotto la luce della luna. Stevens è, però, anche graffiante come quando affida a “Tuesday's dead” la sua critica al mondo moderno. “Rubylove”, in inglese e in greco, rappresenta un omaggio alle sue radici, dal momento che l'artista nacque da padre ellenico e madre svedese. Nello storico album c'è inoltre posto anche per l'agrodolce “Bitterblue”, l'esistenziale “Changes IV” e la pacifista “Peace train”, che andò bene anche come 45 giri.

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