cagliari
Dopo trent'anni Zola ha incontrato l'uomo che tentò di rapirlo: “Grazie, Gianfranco, grazie!- Tra le lacrime - Poterti abbracciare e chiedere scusa era il mio desiderio più profondo. Mi hai aiutato a capire che stavo sbagliando, che da quella vita dovevo uscirne”. Gianfranco Zola ha incontrato nei giorni scorsi a Cagliari Fabrizio Maiello, 60 anni, uno degli uomini che aveva organizzato il suo sequestro nel 1994. L'incontro è avvenuto nel cortile della casa-famiglia Emmaus, struttura delle suore e dei padri Somaschi, a due passi dall’aeroporto di Elmas. Attorno, i capitani delle nazionali di calcio dei sacerdoti e delle suore, don Walter e Suor Silvia. Sono trascorsi circa trent'anni da quel giorno. Il 60enne non è riuscito a trattenere le lacrime. L'episodio risale al 1994, Zola all'epoca vestiva la maglia del Parma. Maiello allora era un latitante, gli serviva del denaro. Con alcuni complici studiò un piano per sequestrare il calciatore sardo. L'obiettivo era quello di chiedere il pagamento di un riscatto proprio alla società crociata, all'epoca gialloblù. "Era autunno. Eravamo in quattro su due auto, lo seguivamo in autostrada e pensavamo di speronarlo. Poi però si è fermato a fare benzina - spiega Maiello - avevo la pistola dietro la schiena e gli sono andato incontro. Ho incrociato il suo sguardo e con dolcezza ci ha detto: ‘Ciao ragazzi!'", ricorda con commozione. "Mi ha disarmato e invece di rapirlo gli ho chiesto un autografo che mi ha fatto sulla carta d’identità". Il sequestro saltò. Maiello ora collabora con l'associazione Libera di Reggio Emilia, raccontando nelle scuole la sua storia personale per spiegare ai giovani come rialzarsi anche dopo una vita, come la sua, trascorsa tra carceri e ospedali psichiatrici giudiziari.
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