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Bufera bianconera

Juve, l'Uefa apre un'inchiesta. I pm chiedono il rinvio a giudizio per 13 persone. Intercettazione: "per fortuna ci siamo fermati"

agnelli andrea

01 Dicembre 2022, 17:23

L’Uefa ha aperto un’inchiesta sulla Juventus per «potenziali violazioni dei regolamenti sulle licenze per club e sul fair play finanziario». L’indagine formale, condotta dalla corte di primo grado dell’organismo di controllo finanziario dei club, fa seguito ai rilievi Consob e all’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino sui bilanci della società bianconera.

Stamattina i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno inviato al gip la richiesta di rinvio a giudizio, che ricalca l’impianto accusatorio della chiusura indagini, di 13 dei 16 indagati, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, coinvolti nell’inchiesta sui falsi in bilancio che la procura di Torino ipotizza che siano stati commessi per ridurre il grande passivo della Juventus. Dalla prima rosa di indagati, tuttavia, sono stati stralciati i tre componenti del collegio sindacale. Si tratta di Silvia Lirici (difesa dall’avvocato Marco Calleri), Nicoletta Paracchini e del presidente Paolo Piccatti, entrambi assistiti dal legale Luigi Giuliano.

Le modalità con cui sono state portate avanti dalla Juventus le cosiddette "manovre stipendi" del 2020 e del 2021 si possono considerare «certamente illecite», al punto che «si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi». E’ quanto scrive il gip Ludovico Morello. Il giudice ha però respinto le richieste di misura cautelare presentate dalla procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato: le 'manovrè erano legate all’emergenza covid e quindi a un «periodo storico non più attuale». Sulla questione delle plusvalenze la Juventus potrebbe essere in buona fede. E’ quanto osserva Ludovico Morello, il gip del Tribunale di Torino che lo scorso 12 ottobre ha respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e altri indagati dell’inchiesta sui conti della società bianconera. Alla luce degli atti disponibili in quel momento, il giudice ha scritto che se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard «risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste». Per Morello è comunque opportuno «un accurato approfondimento».

In relazione alla richiesta di rinvio a giudizio degli esponenti aziendali, il Siti (Sindacato Italiano per la Tutela dell’Investimento e del risparmio) di Milano, la più importante Associazione Italiana specializzata nella tutela degli investitori, comunica di avere avviato la «propria iniziativa a tutela degli azionisti Juventus Fc», come si legge in una nota.

«Per fortuna alla luce delle recenti visite ci siamo fermati». E’ quanto disse, riferendosi alla prassi delle plusvalenze e agli accertamenti della Consob, il direttore sportivo della Juventus, Federico Cherubini, in una conversazione intercettata dalla guardia di finanza il 22 luglio 2021. Cherubini non è indagato.
Questa frase è uno degli elementi su cui poggia la decisione del gip del Tribunale di Torino di non accogliere le richieste di misure cautelari e interdittive per Andrea Agnelli e altri dirigenti bianconeri: non sono stati ravvisati pericoli di reiterazione del reato. Nel provvedimento il giudice osserva che in effetti c'è un «riscontro oggettivo» alle parole di Cherubini. «Se negli esercizi chiusi al 30 giugno 2019 e al 30 giugno 2020 la voce 'plusvalenze da cessione diritti calciatorì era pari rispettivamente a 126 milioni (corrispondenti al 20,4% dei ricavi complessivi del club nell’esercizio 2019) e 166 milioni (29,1% nel 2020) per l'esercizio chiuso al 30 giugno 2021 era pari solo a 29 milioni (pari al 6,4% dei ricavi).La conversazione di Cherubini e dei suoi interlocutori non si riferiva all’inchiesta della procura di Torino, di cui non si avevano notizie, ma dell’apertura degli accertamenti della Consob, comunicata pochi giorni prima.

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