FRANCIA
Ci sono città facili - anzi, diciamolo: banali - in cui tutto si coglie con una sola occhiata. Lione no, non è così. (it.france.fr)
Perché è una città con infiniti strati e livelli differenti, un luogo con tante storie. E quindi con molti volti diversi, non certo la vezzosa che si offre subito, civettuola, ma che, piuttosto si rivela piano piano. Ed è così, allora, che ti conquista. Una città (https://it.lyon-france.com) che è lontana dal mare ma nel suo cuore ha una penisola, che lassù, in alto su una collina, ospita, fianco a fianco, i teatri scavati quando era una capitale dei Romani e una basilica eccessiva, che pare una meringa di pietra, montata per celebrare l'ennesima battaglia vinta. La città dove le laicissime sante patrone sono le «madri lionesi», custodi di una cucina diventata sinonimo di eccellenza e che ad ogni angolo celebra monsieur Paul Bocuse, icona del mondo dove le stelle non stanno in cielo. Ma in cucina.
E ancora: la città che si vanta di difendere i suoi «traboules», vicoli sotterranei tra le case della città vecchia, ma che si presenta al mondo con il Musée des Confluences, progetto d'archistar simbolo dei nuovi quartieri pensati per il tempo che verrà. Insomma, una città con tante anime e molti percorsi possibili. Anche se , quasi per forza, è dalla sua penisola senza mare che si deve partire. La Presqu'île , la penisola appunto, è il punto di partenza per quasi tutti i viaggiatori. Qui, nella striscia di terra creata dal corso della Saône e del Rodano e che l'Unesco ha innalzato a Patrimonio dell'Umanità, si trovano palazzi e piazze, le boutique più prestigiose e scorci che non ti aspetti come quello che regala Place des Terreaux: su un lato il seicentesco Municipio, dall'altro il Museo di Belle arti e di fronte l'emozionante fontana Bartholdi. Se il nome dell'autore non vi dice nulla pensate ad una altra sua opera che di certo conoscete: sta a New York e si chiama Statua della Libertà.
Da qui, camminando in strade coraggiosamente senza macchine, si possono lasciare andare le gambe guardandosi intorno e sfiorando l'Opera firmata dal celebrato Jean Nouvel per poi arrivare fino alla sterminata Place Bellecour. Ed è qui che si capisce cosa voglia dire, per davvero, la parola «grandeur».
Per fermarsi, però, è presto: prima occorre percorrere qualche altro centinaio di metri e arrivare di fronte al Grand Hotel-Dieu: dal XII secolo è stato l'ospedale mentre ora, dopo un progetto di ripristino coraggioso e multimilionario, ospita un albergo a 5 stelle, atelier di moda, la sede della Città della Gastronomia, locali di ogni genere e persino una palestra. Sedere a qualunque ora del giorno e della notte nei suoi elegantissimi chiostri trasformati in ariosi salotti regala emozioni che non ti aspetti. Ma lo abbiamo detto: Lione è anche quello che si mangia. E non si può visitare la città senza concedersi il piacere di visitare uno dei suoi «bouchon». Non immaginatevi locali stravaganti: sono ristoranti dall'aspetto popolare, tovaglie a scacchi e menù sulla lavagna, dove si servono piatti per stomaci vigorosi e dove si respira una atmosfera piacevolmente retrò. Nelle vie di Lione ne troverete una legione ma quelli veri, certificati, sono solo 19. E vale la pena di andarli a cercare uno per uno per capire che qui il gusto è il senso più importante.
D'altra parte, come scherza qualcuno del luogo: «Noi pensiamo sempre al cibo. E non parliamo d'altro». Una battuta? Ovviamente si. Ma poi concedersi una sosta nel mercato coperto Les Halles de Lyon dedicato a Bocuse fa capire che c'è anche qualcosa di vero. Che qui, la cultura e lo spirito del territorio stanno nei musei e nei palazzi. Ma anche tra i banchi dove si sgomita tra trionfi di ostriche, formaggi e distese di foie gras . Tutto questo, sempre, oscillando tra l'oggi e ieri, giocando a fare un salto nel tempo, dal Medioevo in poi, attardandosi nei vicoli della vecchia Lione. Qui, da mezza Europa, si insediarono banchieri toscani e mercanti fiamminghi, commercianti spregiudicati e cercatori di fortuna che compravano e vendevano le sete che venivano tessute proprio di fronte, su quella Croix-Rousse che veniva chiamata «la collina che lavora». I 30000 «canuts», i setaioli, erano gente dura: le loro rivolte stanno scritte nelle pietre e nel ricordo della città. Ma per concludere il viaggio andiamo dove la penisola smette di esistere e ritorna acqua: qui il Musée des Confluences pare una nave pronta a salpare. Lione ha una lunga storia: ma il viaggio è appena cominciato. Luca Pelagatti
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Come arrivare
L'aeroporto di Lione (it.lyon-france.com) si chiama Lyon-Saint Exupéry e si vola direttamente da Bologna e Milano. Per andare in centro c'è un collegamento veloce che impiega meno di 30 minuti. Anche con la ferrovia dall'Italia si arriva in poche ore grazie a collegamenti con Torino e Milano grazie ai treni OUIGO e TGV. (it.france.fr)
Dove dormire
L'Hotel De Verdun 1882 si trova nel centro di Lione sulla Presqu'Ile. Situato in un palazzo risalente al 1882 si trova in una zona ricca di locali e ristoranti.
www.hoteldeverdun1882.com/
Dove mangiare
Daniel et Denise si trova nel terzo arrondissement di Lione e offre l'atmosfera tipica del bouchon lionese con piatti in equilibrio tra tradizione e modernità.
danieletdenise.fr/
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