VIAGGI
Glam o wild, la stagione della neve è arrivata e impone una scelta: sciare «olimpici» - nell’ombelico delle gare - o via dalla (pazza) folla dei Cinque Cerchi. Ecco qualche dritta ragionata fra discese, dopo sci e nuove aperture per non «tagliare la pista« ai campioni senza rinunciare alla medaglia della bellezza e del relax. Con due avvertenze: prepararsi a rincari anche del 4% sullo skipass, spesso mitigati da offerte web e ricordarsi che anche il casco, oltre all’assicurazione, è diventata obbligatorio.
E’ olimpica a prescindere Courmayeur (Skipass 63 euro) che ha dedicato a Federica Brignone, la più forte sciatrice italiana - che sta recuperando proprio per i Giochi - una delle sue piste più belle, la ex ormai Aretù, tutta da sciare in zona Checrouit. Cento km per la discesa, 20 per il fondo nella magica val Ferret, l’avveniristica funivia Skyway per lanciarsi nei 24 km di fuori pista della Vallée Blanche, ma anche itinerari a piedi per chi, alle vetrine di via Roma, preferisca lo struscio sulla neve. Ci han pensato le Guide alpine che, per i loro primi 175 anni, hanno sì ridisegnato il loro vecchio caffè sotto al bellissimo museo, ma anche reso più logici e adatti a tutti, nuovi percorsi nei boschi: ci sono i 4 km del tor Vercuino che partono dal parco Bollino fino a Villair o i 3 km da Ermitage a La Suche. Dal 7 al 10 gennaio torna la «Italia Polo Challenge» e dal 12 al 15 febbraio la Design Week perché «Curma» viaggia sempre a due velocità, sport e pop.
A Cervinia (Skipass 63 euro) si scia tutto l’anno, ma c’è tempo fino a gennaio per provare, una delle meraviglie delle Alpi, la nuova Alpine Crossing, la funivia by Pininfarina che conduce anche i non sciatori fino ai 3883 metri del piccolo Cervino.
A Pila, invece, (Skipass 58 euro) per Natale brilla una luce in più: è quella del rifugio Stella del Couis che si raggiunge anche a piedi in 30 minuti di ovovia da Aosta. È il punto più alto di un comprensorio di 70 km di meraviglie da dove ammirare tutti i 4mila della valle.
Emozioni garantite anche tra le valli del Monte Rosa. Ci sono le regine walser di Macugnaga ed Alagna (Skipass 34 – 62 euro) dove, con i progetti «Sustainevents» la neve è anche slow, ma molto active: basta provare a ciaspolare in val di Mera o fra val Formazza e il confine svizzero, nel bosco Gurin, per scoprire un villaggio medievale dove il tempo si è fermato.
Al passo del Tonale, con Ponte di Legno e Pinzolo, va la medaglia delle piste più alte e «musicali»: sul ghiaccio del Presena (Skipass 68 euro) torna dal 10 gennaio «ParadIce», una stagione di concerti in un igloo - teatro scavato nel ghiaccio: il 31 gennaio arriva Max Gazzé.
Livigno, Bormio e Cortina sono le regine dei Giochi 2026, una trimurti di piacere e l’ombelico di questo inverno. Qualche pista – è comprensibile - sarà riservata agli atleti, per gare ed allenamenti, ma l’80% dei comprensori è aperto. Preferendo concentrarsi sul dopo sci, a Livigno (Skipass 65 euro) van provate le lusinghe di Tea del Kosmo con il suo fine dining che profuma di montagna. A Bormio (Skipass 60 euro) si possono scegliere le piste boutique di Oga e Cima Piazzi o le coccole termali dei Bagni di Bormio, magari facendo tappa al rinato Hotel Funivia, 4 stelle con camere dotate di area fitness privata per chi non sappia stare senza sport, anche in camera.
Cortina (skipass 80 euro), che ospiterà anche le Paralimpiadi in marzo, è un work in progress. Fra restyling e recuperi, ecco il miracolo di Borca di Cadore dove, in un bosco privato ai piedi dell’Antelao, un villaggio Eni rinasce come Corte delle Dolomiti. Le linee razionali pensate dall’architetto Edoardo Gellner negli anni Cinquanta, si fondono con comfort e design contemporanei, regalando una nuova visione di vacanza tout court che si declina in un hotel, un glamping d’alta quota ed un residence immersi nella natura. A 10 minuti dalle medaglie olimpiche 2026.
Ci sono luoghi che non hanno bisogno di Giochi per vincere una medaglia. E’ vero in questo inverno 2026, ci sono le Olimpiadi, ma c’è anche la coppa del Mondo, il «campionato» di ogni week end, con le sue tappe italiane e piste che sono già leggenda: Saslong, Gran Risa, 3Tre, o meglio Gardena – Badia – Campiglio, un trittico che tutti amano e gli atleti temono e sognano.
In Alta Badia, in particolare, quest’anno, fra 21 e 22 dicembre, tutto è pronto per festeggiare i primi 40 anni del gigante più bello del circuito. Un compleanno tondo che prevede un bis di auguri con anche uno slalom sulla mitica Gran Risa che precipita da Piz La Ila a La Villa. Pramotton, Tomba, Blardone, Simoncelli: qui solo i big sanno vincere, ma dopo la gara la pista torna di tutti. E in palio non c’è solo un crono in luce verde.
Per tutta la stagione 20 scatti storici dal 1985 ad oggi, con l’occhio leggendario di Freddy Planinschek, arricchiranno le piste del comprensorio. Dal 14 dicembre, con l’anteprima del Gourmet Ski safari, fino al 7 aprile, fra queste crode si può «Sciare con gusto»: baite e rifugi fanno a gara a colpi di stelle e alta cucina. Con la regia di Simone Cantafio de «La Perla» di Corvara, dieci fra i migliori chef del Belpaese - fra gli altri Massimiliano Alajmo, Niko Romito ed Isa Mazzocchi - lasciano piatti signature da assaggiare fra una discesa e l’altra, in favore della fondazione «La miglior vita possibile».
Stesso format anche con degustazioni guidate da «Sommelier in pista» o il «Wine ski safari», del 22 marzo. (Skipass da 72 euro, Altabadia.org).
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