Vanni Buttasi
La commedia all'italiana sono loro. I fratelli Enrico e Carlo Vanzina, figli del mitico Steno. La storia del nostro Paese, negli ultimi quarant'anni, al cinema è stata raccontata con bravura e professionalità da loro due. E, così, per Enrico Vanzina arriva un meritato premio con l'assegnazione del «Mangiacinema - Creatore di sogni» che gli verrà consegnato, nell'ambito dell'omonimo festival (fino al 5 ottobre, programma completo su www.mangiacinema.it), ideato e diretto da Gianluigi Negri, mercoledì a Salsomaggiore. Sarà una giornata intensa per lui che, alle 18, alle Terme Berzieri sarà protagonista dell'incontro, alle 21 al cinema Odeon riceverà il premio e successivamente assisterà alla proiezione di «Un americano a Roma», diretto dal padre Steno, con Alberto Sordi.
Le verrà assegnato il «Premio Mangiacinema - Creatore di so gni»: si considera tale?
«Sono orgoglioso di ricevere questo premio. Mi considero un “creatore di piccoli sogni”: in quarant'anni di carriera debbo sottolineare che la risposta del pubblico nei nostri confronti, miei e di mio fratello Carlo, è stata sempre positiva. Certo la funzione del cinema, ieri come oggi, è quella di creare sogni e penso di esserci riuscito».
Come è nato l'amore per il cinema? E lavorare con suo padre Steno prima e suo fratello Carlo poi?
«Come figlio di Steno la mia adolescenza, come quella di mio fratello, è stata vissuta in mezzo ai più famosi attori, registi e scrittori italiani. Mentre Carlo, fin da piccolo, aveva il desiderio di diventare regista, io volevo fare lo scrittore, il giornalista. Così, con mio fratello, abbiamo scritto il primo film insieme: “Luna di miele in tre” con Renato Pozzetto. Era il 1976. Ma, nello stesso anno, collaborai con Alberto Lattuada e Giuseppe Berto alla stesura di “Oh, Serafina!”. E, per finire, con mio padre “Febbre da cavallo”».
«Febbre da cavallo», negli anni, grazie ai passaggi televisivi, è diventato un vero cult?
«E' proprio vero: da giocatore di cavalli, papà mi chiese di collaborare con lui. Così raccontai ciò che avveniva all'ippodromo. Negli anni questo film ha mantenuto la sua forza. Tanto che, nel 2002, con Carlo realizzammo “Febbre da cavallo - La mandrakata”, che ebbe un grande successo».
Ritorniamo indietro un attimo, ci racconti di suo padre?
«Una persona meravigliosa, grande regista e sceneggiatore. Il suo cinema era senza volgarità. Lavorò con grandi attori amati dal pubblico come Totò, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi e Renato Rascel. Aveva un occhio particolare per i giovani. Qualche nome? Renato Pozzetto, Enrico Montesano, Diego Abatantuono».
Come è nato, nel 1982, «Sapore di mare»?
«Per caso. Dopo il successo pazzesco del film “I fichissimi” con Abatantuono e Jerry Calà, io e mio fratello siamo andati dai produttori Angeletti e De Micheli e gli abbiamo detto “Adesso facciamo il film che vogliamo noi”. Così è nato “Sapore di mare”, autobiografico, che racconta le vacanze a Forte dei Marmi. Fu un clamoroso successo. Però, negli anni, siamo stati perseguitati da tutta una serie di seguiti che non abbiamo fatto noi».
Dal mare alla montagna, arriva, un anno dopo, «Vacanze di Natale»?
«Con Aurelio De Laurentiis abbiamo deciso di raccontare le vacanze in montagna, ambientate a Cortina. Ispirandoci a “Vacanze d'inverno”, con Vittorio De Sica e Alberto Sordi. Con i nostri film, negli anni, abbiamo raccontato la storia d'Italia e dei tipi italiani. Un viaggio nel costume e, anche, nello sport: cito «Eccezzziunale... veramente» con tre tifosi decisamente particolari».
Tra i numerosi film che ha scritto e sceneggiato, quale preferisce?
«Dico “Il cielo in una stanza” con il debutto di Elio Germano: con lui un altro giovane che ha fatto strada, Gabriele Mainetti. Molto carino. Amo molto anche “Tre colonne in cronaca” con Gian Maria Volontè. Abbiamo messo a nudo il mondo della moda con “Sotto il vestito niente” e anticipato la moda degli italiani a Londra con “South Kensington”. Con mio fratello abbiamo lavorato con attori di spessore internazionale come Rupert Everett, Elliott Gould, Dean Jones e Leslie Nielsen».
Dal passato al presente: quando esce il nuovo film dei Vanzina?
«Il 3 novembre saremo nelle sale con “Non si ruba in casa dei ladri”: rivisitazione di Mafia capitale in chiave di commedia, con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Manuela Arcuri e Maurizio Mattioli».
Infine, parliamo di Parma...
«Sono innamorato di Parma: una città dove, purtroppo, non abbiamo mai girato. Tra le amicizie Franco Maria Ricci, conosciuto quando fummo in giuria a Miss Italia a Salsomaggiore. Ero molto amico di Alberto Bevilacqua e del produttore Giovanni Bertolucci».
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