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La Regione vuole vietare la vendita di gadget fascisti

28 Luglio 2016, 08:31

Approvata dall’Aula dell’Emilia-Romagna la risoluzione sull'"estensione del reato di apologia del fascismo anche alla vendita e diffusione di gadget con immagini del regime» presentata dai gruppi consiliari di Pd, Sel e AltraEr. E’ quanto si legge in una nota della Regione secondo cui hanno votato a favore dell’atto di indirizzo i gruppi di Pd, Sel e AltraEr, hanno espresso voto contrario i gruppi di Lega Nord, Forza Italia e Fdi-An mentre si è astenuto il gruppo M5s.
Nella risoluzione si chiedeva alla Giunta regionale «di intervenire nelle sedi opportune affinchè il reato di apologia del fascismo sia esteso anche alla vendita e diffusione di gadget e oggetti con immagini del regime fascista e nazista e venga inserito nel codice penale, consentendo così la repressione dei reati legati alla riproduzione di atti, linguaggi e simboli del nazifascismo».
A giudizio di Nadia Rossi (Pd), prima firmataria dell’atto, è importante «dare un segnale contro la banalizzazione della storia e del male rappresentato dal totalitarismo fascista, perchè la memoria non può venire offuscata da mere logiche commerciali».
Dal canto proprio l’esponente della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli ha criticato l’atto di indirizzo perchè "utilizza l’estensione del reato di apologia di fascismo come pretesto per colpire i commercianti di Predappio che vivono del commercio di gadget».
A giudizio di Tommaso Foti (Fdi-An) la risoluzione rischia di "ispirare ordinanze di divieto da parte di taluni sindaci che possono compromettere il commercio di cimeli e pubblicazioni dell’epoca fascista in mercatini di antiquariato». 

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