“Toto IV”, quarto lavoro del gruppo statunitense, fu un successo planetario. Uscito nel 1982, trentacinque anni dopo è ancora lì. Alzi la mano chi, anche negli ultimi giorni, non ha sentito passare alla radio “Rosanna” o “Africa”, i due pezzi trainanti del gruppo capitanato dai fratelli Jeff e Steve Porcaro. Ancora in attività, i Toto devono comunque ai loro primi lavori – la band si formò infatti nel 1976 – la loro “immortalità” musicale. Si tratta di una band versatile che ha attraversato tempi e gusti del pubblico, riuscendo quasi sempre a fare centro. A partire dal simbolo. Si dice infatti che la famosa spada, disegnata per loro da Philip Garris, rappresentasse la potenza del loro sound ma anche la capacità del gruppo di cimentarsi con generi musicali diversi. Qualcuno invece fa risalire il simbolo a un'illuminazione dell'artista dopo aver ascoltato “Manuela Run”, uno dei brani che avrebbero fatto parte del primo album “Toto” del 1978 (che contiene anche la celeberrima “Hold the line”), che parlava appunto di una spada di Damocle. Comunque l'immagine della spada - con l'anello intorno all'impugnatura che in Toto IV diventeranno appunto quattro - è forte e rimanda ai cavalieri antichi. Un argomento caro a quel rock progressive che, almeno alle origini, ha fatto capolino nei dischi dei Toto come “Hydra” (1979). Si pensi infatti ai testi favolistici del brano che dà il titolo all'album o a “St. George and the dragon”. C'è poi un enigma sul nome della band: deriva dal nome del cane di Dorothy nel Mago di Oz o dal latino “tutto”?
Tornando a Toto Iv vale la pena, per chi non conoscesse ancora questo album, di soffermarsi su “Rosanna” e “Africa”. Entrambe le canzoni furono accompagnate da videoclip di successo. Allora, era il “lontano” 1982, la tv era importantissima per lanciare un disco. Internet poteva ancora attendere e iniziavano a spopolare canali come Mtv. I Toto capirono l'importanza di un buon video per lanciare il loro prodotto. Ne uscirono due videoclip che fecero epoca. Nel primo, quello di “Rosanna”, la protagonista è la ballerina e attrice (recitò anche in "Flashdance") Cynthia Rodes e tra i ballerini c'è addirittura Patrick Swayze, un attore scomparso troppo presto. Nel secondo, “Africa”, il protagonista è David Paich in una biblioteca, tra libri, lance e maschere rituali. Inutile comunque dilungarsi a raccontarli, entrambi i video si trovano in rete. Sono ben fatti e rappresentano un momento importante di una band che ha un posto nella storia della musica.
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