Tre anni, sei mesi e 20 giorni: è la condanna inflitta dal gup del tribunale di Bologna Domenico Truppa a Mounir Bahroumi, 26 anni, tunisino, accusato di autoaddestramento con finalità di terrorismo anche internazionale. Nel suo smartphone erano stati trovati migliaia di file, con indicazioni su come costruire esplosivi o altre armi, video di attentati, esecuzioni di infedeli, predicatori che incitano alla Jihad, testi inneggianti al martirio.
Per questo, al termine di un’indagine della Digos e della Polizia Postale, coordinata dal pm Antonella Scandellari, il giovane muratore residente a Busseto e difeso dall’avvocato Roberto Filocamo, a febbraio di un anno fa venne fermato e portato in carcere, dove si trova attualmente. Secondo gli investigatori avrebbe avuto contatti con ambienti dell’Isis attraverso social network. Il materiale in suo possesso, per la Procura, è «un univoco portato di informazioni ritenuto utile al suo successivo coinvolgimento in atti di terrorismo»
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