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Gli Usa e il cambio di strategia di Biden

Gli Usa e il cambio di strategia di Biden

di Augusto Schianchi

30 Luglio 2021, 09:21

Nella storia della democrazia americana, periodicamente -nell’occasione di grandi cambiamenti socioeconomici - i due partiti rappresentativi, repubblicani e democratici, cambiano strategia. Questo sembra il momento per i democratici. Biden, eletto con il presupposto di una presidenza di transizione in attesa della nuova generazione, sta guidando un cambiamento strategico sulla politica sociale.


Oltre al pacchetto d’investimenti, American Rescue Plan del marzo scorso, Biden ha proposto un nuovo piano da 4 mila miliardi di dollari, finalizzato ad affrontare quei problemi di lungo termine per i quali il mercato (da solo) non può contribuirne alla soluzione («i fallimenti del mercato»). Sono il cambiamento climatico (emissioni zero nel 2050), una solida rete per la sicurezza sanitaria, e soprattutto l’investimento sui giovani.  Le ricerche empiriche hanno dimostrato che aiutare i bambini fin dalla prima infanzia ad uscire dalla povertà, per lo Stato rappresenta il miglior investimento nel perseguire lo sviluppo a lungo termine. 


Questo è un punto centrale della rivoluzione di Biden, perché il progetto di assegnare aiuti finanziari alle famiglie per la crescita dei figli, va contro la tradizione conservatrice americana, che teme una riduzione della spinta individuale verso il lavoro e il risparmio. Di questo in America, geneticamente contraria all’estensione del welfare pubblico, si discute da decenni, perché questi sostegni sociali inducono comportamenti “opportunistici” di abuso da parte dei beneficiari. 
Nel merito, da ricordare Clinton che negli anni ’90 aveva ridotto l’ampiezza del welfare state, imponendo vincoli di tempo e di lavoro per i beneficiari, e trasferendone la responsabilità ai singoli stati. Nemmeno si è scordata l’estensione della copertura sanitaria pubblica voluta da Obama, che venne poi punita severamente nelle successive elezioni di mid-term. Solo oggi con la vittoria dei due senatori democratici in Georgia a gennaio, s’intravvede la possibilità di approvare una legge per il sostegno delle famiglie.


Il caso dei democratici è emblematico, perché trasversale rispetto all’indirizzo strategico della sinistra internazionale. Negli Stati Uniti i presidenti vengono eletti dalle aggregazioni di centro-destra o di centro-sinistra. 
Per i democratici americani, oggi la linea politica viene dettata da Sanders, dalla Warren e della Ocasio-Ortiz, su posizioni di sinistra, supportati in questo dai gruppi intellettuali e dai media. Ma le elezioni non si vincono a sinistra. Nel 1968, dopo che Johnson con i democratici avevano promosso la Great Society (che aveva esteso la sanità pubblica), approvato la nuova legge sui diritti civili e sui diritti di voto, presentarono un candidato di sinistra, Hubert Humphrey, e vennero sconfitti, con Nixon vincente. (Sul fronte opposto, nel 1964, la sconfitta della candidatura di destra estrema, con Barry Goldwater). La lezione che si può trarre è che per vincere bisogna convergere verso il centro. 


Oggi c’è il problema della polarizzazione delle posizioni, a destra o sinistra. In effetti, quando al centro ci sono pochi votanti da convincere, spostarsi su posizioni estreme può diventare la soluzione vincente.
 E’ esemplare il caso di Trump contro Obama nel 2016. Obama è stato un presidente molto popolare, ma con un’opposizione viscerale tra i Repubblicani. L’attacco di Trump ad Obama ha indotto molti repubblicani a votare per Trump, verso il quale avevano all’inizio una forte diffidenza. 
L’opinione pubblica non segue i suggerimenti delle elìtes. Biden è stato eletto con il voto moderato e degli indipendenti. 


Le recenti primarie per i democratici a New York (la città più grande a maggioranza liberale -San Francisco a parte) illustrano bene il caso. Ha vinto Eric Adams, un esperto politico centrista, law-and-order. Al secondo posto Kathryn Garcia, con solida esperienza nell’amministrazione locale. Soltanto terza Maya Wiley, che ha coalizzato i voti della sinistra, con il sostegno della Ocario-Ortiz. 
Adams non ha vinto a Manhattan; ha vinto tra la classe media di Brooklyn, Queens e Bronx. Come a dire: la sinistra vince convergendo al centro, perché se il voto si polarizza sulle ali estreme, vince la destra. Non è una formula sicura, ma Biden insegna.

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