Un vero e proprio ingorgo delle sospensioni, dalle cartelle esattoriali alle moratorie sui mutui ai licenziamenti alla proroga della cassa integrazione, attende il Governo Draghi in un lasso di tempo di poche settimane. È poi da aggiungere il Decreto Sostegno in approvazione fra qualche giorno che si rivolgerà, così pare, alle categorie più colpite dalla seconda fase della pandemia. Si parte dal rinnovo della C.I.G. Covid per proseguire con il ristoro per le partite IVA, per i lavoratori autonomi ed anche per i professionisti iscritti agli ordini. Il provvedimento, poi, dovrebbe comprendere il settore turistico e delle stazioni sciistiche ed anche i lavoratori stagionali, ad esempio del termale. Viene riconfermata la sospensione delle cartelle esattoriali e si parla anche di ricerca di soluzioni per la rottamazione di quelle fino a 5.000 euro.
Il Governo deve però fare i conti con un debito pubblico che viaggia alla cifra record di 1.570 miliardi e il Fondo Monetario Internazionale prevede nel 2020 un debito sul PIL al 157,5% e stima che nel 2021 possa raggiungere il 159,7%. Il deficit sul PIL viaggia, nel 2020, al 10,9% e nel 2021 al 7,5%. Va considerato che nel 2019 il debito sul PIL era al 134,6% e registra, rispetto al 2020, un balzo di 20 punti percentuali. Sicuramente il Governo ha potuto aumentare il deficit e il debito pubblico generati dai Decreti Ristori in quanto ha potuto contare sulla sospensione del Patto di stabilità e crescita e quindi di tutti i limiti di crescita della spesa pubblica e al contempo sull’intervento straordinario della Bce di acquisto dei titoli del debito pubblico, legato alla pandemia, di 1850 miliardi di euro (Pepp) a cui si aggiungono 24 miliardi al mese per sostenere l’economia. Il totale dell’intervento della Bce raggiunge quindi i 2.000 miliardi. A questi si aggiungono l’intervento Sure che verrà utilizzato per la Cassa integrazione e il finanziamento alle aziende della Banca europea degli investimenti.
Questi interventi della Commissione europea e della Bce hanno consentito di tenere il nostro spread sotto i 100 punti base, con un notevole risparmio del costo del debito pubblico rappresentato dai titoli di Stato. Il Decreto Sostegno si caratterizza, poi, per modificare l’impostazione degli interventi a pioggia inquadrandoli in un progetto selettivo di politica economica; va considerato che di politica economica non si parlava più, nel nostro Paese, da anni. E si torna a parlare anche di politica industriale, praticamente cancellata dal vocabolario di politici ed amministratori pubblici.
Dai 10 punti del programma di Mario Draghi si intravede un’idea di sviluppo sostenibile del Paese che, così ci pare, potrà far decollare il prodotto interno lordo già nel 2022 e quindi consentire di assorbire progressivamente l’elevato debito pubblico accumulato per far fronte alla pandemia. Siamo convinti che il piano dei ripresa e resilienza del nuovo governo punterà decisamente ad utilizzare le risorse a disposizione in modo da creare valore per le generazioni future, pur nell’ambito di una reale coesione sociale.
Vorremmo da ultimo ricordare un problema di cui non si è discusso molto: la nuova regolamentazione introdotta dall’Autorità bancaria europea (Eba) e recepita dalla Banca d’Italia sui debitori inadempienti (in default). Le misure sono molto stringenti e prevedono che i privati e le imprese piccole non possano avere sconfini superiori ai 100 euro e superiori all’1% delle esposizioni creditizie verso la Banca e per le altre imprese gli sconfini non devono superare i 500 euro e l’1% del totale delle esposizioni verso la Banca. Una misura che arriva in un momento di grande difficoltà sia per i privati che per le imprese e che porterà ulteriori problemi di gestione finanziaria per le imprese medio-piccole, soprattutto dei settori del commercio e del turismo.
Come possiamo vedere, i problemi sono veramente numerosi e di notevole entità ma siamo fiduciosi che la guida sicura del Presidente Draghi riuscirà a gestirli al meglio.
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