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Le mascherine e le regole che vengono ignorate

Le mascherine e le regole che vengono ignorate

di Vittorio Testa

17 Agosto 2020, 08:50

«Governare gli italiani non è difficile. È inutile». Forse non aveva torto l’uomo politico autore di questo  fulmineo aforisma che sintetizza il rapporto sempre problematico tra gli amministratori della cosa pubblica e noi cittadini.  L’esempio paradigmatico dell’incapacità  del nostro Paese a darsi regole chiare, precise e poi rispettarle è in corso da mesi e mesi. È la stagione del «coronavirus» e del «covid», i giorni delle mascherine e dei guanti, del rifiuto di  chiudere locali pubblici, poi dopo tre giorni gridare che è assolutamente necessario, salvo convincersi nel giro di quarantotto ore dell’assoluta esigenza di riaprire a precise condizioni. Obbligo di mascherina e «distanziamento sociale», niente cinema e spettacoli al chiuso, tenere il prossimo lontano almeno due metri, otto metri la distanza tra un ombrellone e l’altro, vedette di guardia nei luoghi pubblici muniti di misuratori di febbre con licenza di rispedirti a casa se la tua temperatura supera i 37,5 gradi. E le mascherine e i guanti? Un grande affare di miliardi, nel giro di poco tempo ne accumuli decine, c’è chi le tiene in macchina nel cruscotto, e chi la porta al polso, chi sempre al collo a immediato uso di foulard igienico-sanitario, c’è chi la tiene sempre e sollecita a gesti l’interlocutore sprovvisto a fare altrettanto. Comoda è la mascherina anche come fazzoletto dentro il quale sternutire. E’ uno strumento utile? Certo non decisivo ma  rassicurante. Il problema è che per essere efficace  andrebbe cambiata ogni volta che la si toglie, cosa che capita spesso, perché dialogare tra imbavagliati non è semplice. Attenzione poi a non gettarla nei cestini dei rifiuti, ma nella spazzatura «indifferenziata». Poi c’è l’indotto dei liquidi sanificatori pronti con il loro beccuccio a purificarti le mani, il che ha ridotto l’uso dei guanti, anche perché la stretta di mano è fuorilegge e ai  saluti ci si toccano i gomiti, un gesto da ridicolo balletto che avrebbe scatenato l’inventiva di un Totò. 
Già disorientati all’inizio del coronavirus non ci si è più raccapezzati. Emblema della confusione fu un ospedale milanese molto conosciuto e autorevole. Il primario del settore Malattie infettive vedeva grandi rischi per la popolazione. La direttrice del laboratorio di analisi riteneva l’allarme ingiustificato: «In una settimana abbiamo avuto sette morti causate dalla normale influenza» diceva ilare e sarcastica: «Per il coronavirus uno soltanto». 
L'opinione pubblica, che si forma sui telegiornali e taalk show televisivi,nei quali,per esigenza di ascolti,si mettono a confronto anzi allo scontro aggressivi esperti d’opposto parere: introiettata l’ennesima rissa, no sai più che fare.In più sui social, citati sempre con sempre maggiore frequenza da giornali e tv, tengono banco i dietrologi che denunciano l’esistenza di strategie mondiali tese a schiavizzarci per poi cadere, fantocci decelebrati, in balìa di crudeli entità malvagie. Intanto il numero dei contagiati aumenta, nonostante le misure  adottate. Allora ecco che moltissimi decidono di considerare la mascherina una specie  di gioco sociale a riconoscere gli amici e conoscenti travisati. E non son pochi coloro i quali rinunciano a portarla. Ma adesso, con la stagione delle vacanze al mare è esploso il problema delle discoteche e dei bar, dell’affollamento delle spiagge. 
Punto nevralgico la Riviera romagnola, il divertimentificio. Qui, dopo giorni di fotocinereportage che mandavano in onda spensierati giovani  distanti dieci centimetri l’uno dall’altra e tutti senza mascherina, il governatore Bonaccini ha deciso per la linea dura: permesso solo alle discoteche all’aperto. Obbligo di mascherina e distanza di due metri tra una persona e l’altra. Numero di posti dimezzato. Sorveglianza costante e chiusura immediata per i gestori che non abbiamo rispettato l’ordinanza restrittiva. Ma  alla fine non è bastato. E il governo ha deciso la chiusura immediata delle discoteche in tutt'Italia  e l'obbligo di mascherina alla movida per ridurre il  numero, che è in crescendo, di giovani contagiati. Il Covid, finora terrore degli anziani, ha deciso di alzare il tiro.

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