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Brodo, anolini e vino: tanti abbinamenti possibili ma poi vince il lambrusco

Brodo, anolini e vino: tanti abbinamenti possibili  ma poi vince il lambrusco

08 Dicembre 2019, 11:29

Importante la temperatura  di servizio ed anche le caratteristiche del brodo: alla fine però giusto bere ciò che piace di più

Quando ci si riferisce a un abbinamento con paste in brodo si pensa sempre - forse per un fatto  di  volumi e di masticabilità - al gusto della pasta in questione piuttosto che al brodo che invece risulta il primo grande protagonista. Brodo che di per se stesso crea già un primo grande accompagnamento alla parte diciamo così solida. 
QUALE TEMPERATURA?
Una situazione perfettamente equilibrata anche per via di un effetto dissetante che esclude sull’abbrivio il sorso dell’acqua. Mettendo, così, il brodo al centro dell’abbinamento si presenta il primo quesito da risolvere in quanto scatta un problema di temperatura. 
Il calore del brodo può stridere con vini serviti freddi. Che, però, guarda caso sarebbero in realtà per tradizione proprio i vini perfetti negli abbinamenti con tortellini, anolini, cappelletti continua continua. 
Dopo aver registrato il dilemma della temperatura occorre affrontare quello della consistenza del brodo in quanto quelli di tipologia molto ristretta o opulenta sopportano bene certi vini scuri e frizzanti come il Lambrusco Grasparossa, il Maestri o il Salamino di Santacroce. 
BIANCO SI PUO'
Brodi invece più chiari e raffinati con componente vegetale accentuata vengono soverchiati dalle bevute di cui sopra e in questo caso è molto meglio assecondare la loro leggerezza con un vino bianco piuttosto carico ma anche ossidativo come certi chardonnay magari tenuti parecchio in cantina. 
LUNGHE MACERAZIONI
Sennò ottima alternativa puntare su quei vini aranciati frutto di lunghe macerazioni che vivono oggi un periodo di grande spolvero. Partendo da questi presupposti è più facile identificare - considerata la tradizione parmigiana - brodi piuttosto untuosi in cui il cappone recita da protagonista con la sua caratteristica bolla di grasso lubrificante che tradizionalmente, nelle ricette più domestiche, è chiarificato solo in parte quindi abbisogna di un elemento sgrassante. 
IL CLASSICO LAMBRUSCO
Ovvio che la soluzione porti a un lambrusco nelle sue svariate tipologie e denominazioni (vedi sopra) o di un vino che abbia una certa astringenza e una acidità come succede con la barbera che è anche una importante componente nel Rosso dei Colli di Parma o del suo cugino Gutturnio. 
Vini che trovano una loro intrigante risoluzione nelle versioni frizzanti: vini in grado di reggere al meglio non solo il brodo ma anche l’anolino, soprattutto se questo è nella versione con carne o sugo dello stracotto: in cui abbiamo una sorta di moltiplicazione della carne nelle sue texture liquide (il brodo) o gel (la farcia).
 

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