Siccità
Non siamo ancora a mezza estate, che il paesaggio comincia ad assumere i colori autunnali.
Gli alberi sono ancora verdi, ma la caduta delle foglie è già cominciata e a terra l’erba appare bruciata dal sole. Curiosamente, l’estate più secca e calda degli ultimi vent’anni ci regala un anticipo d’autunno nel paesaggio che si presenta davanti ai nostri occhi.
In città non si registrano ancora situazioni evidentemente anomale: i viali sono puliti, gli stradelli interni al Giardino Ducale pure, così come il laghetto al centro del parco. Ma se si getta lo sguardo a terra si notano subito i prati ingialliti e un bel tappeto di foglie secche sotto platani, tigli e querce, segno inequivocabile che la caduta è cominciata. Le chiome sono ancora verdeggianti, ma molte foglie cominciano ad accartocciarsi e si presentano già screziate con chiazze marroni. Non molto diversa la situazione in Cittadella: sulle bassure a sud l’erba è un antico ricordo; all’interno anche quello che una volta era il campo da calcio più bello di Parma si presenta spelacchiato, quasi desertificato, e parzialmente ricoperto di foglie secche «espulse» dagli alberi vicini.
Gli alberi non si sono comportati tutti allo stesso modo, ma in diverse varietà le foglie gialle e arrotolate sono già evidenti.
Il fenomeno ha una spiegazione scientifica: «Quello a cui stiamo assistendo - spiega Alessandro Petraglia, docente dell’Università di Parma, esperto di biodiversità vegetale - è un fenomeno non ordinario, purtroppo legato a doppio filo al cambiamento climatico, effetto diretto della combinazione fra l’esposizione prolungata a temperature molto sopra la media e la carenza di acqua. La fenologia (scienza che studia le manifestazioni stagionali della vita vegetale e animale) ci insegna che le piante hanno precisi ritmi biologici, in molti casi la primavera per la fioritura, l’estate per i frutti, l’autunno per la caduta delle foglie. Ma nulla è casuale - fa notare Petraglia - gli eventi sono regolati dalla temperatura e dalla disponibilità di acqua. Le piante misurano la lunghezza delle giornate, riconoscono le stagioni e si comportano in modo da evitare effetti traumatici come quelli prodotti sulle chiome dalle gelate e dalla siccità. Per questo in autunno lasciano cadere le foglie riassorbendo le sostanze al loro interno. Quest’anno lo fanno due mesi prima del normale, perché avvertono il rischio di perdere tutto per la carenza di acqua assorbita dalle radici. Perdendo le foglie non faranno più la fotosintesi e non assorbiranno anidride carbonica per il resto dell’estate, con immaginabili effetti sul clima e sulla vita delle piante stesse. Il fenomeno - molto preoccupante - inizia ad essere evidente anche in montagna: persino i faggi, che ricoprono l’Appennino oltre i mille metri di altitudine, cominciano ad ingiallire con largo anticipo». Per il momento Iren, alla quale è affidata la pulizia delle aree pubbliche, non ravvisa la necessità di mettere in atto interventi straordinari: «Le foglie verranno raccolte come di consueto - assicura l’Azienda - se necessario si valuterà se anticipare l’intervento specifico a seconda dell’andamento stagionale. Per ora basta il servizio ordinario: in città sono attive 9 squadre di spazzamento combinato, fra quello manuale e quello effettuato con spazzatrice, che raccolgono anche le foglie depositate a terra nelle strade e lungo i viali».
Antonio Bertoncini
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata