In un istituto cittadino
Chissà quanti adulti se li ricordano oggi quei batticuore. Quelli che arrivavano puntuali quando, nella pausa dell'intervallo, tra una lezione e l'altra, passava lui (o poteva essere una lei), quel compagno di scuola che ci sembrava così bello, simpatico. Irresistibile.
Reminiscenze perdute da ginnasio e da tempo delle mele? Pare proprio di si. Perché oggi più che struggersi è di moda distruggere. E invece che sognare sorrisi pare normale sparare cazzotti e ginocchiate. Che i sentimenti sono roba da deboli: molto meglio menare. E subito dopo, s'intende, mettere on line il video. Tanto, adesso, le cose esistono e accadono solo se sono sui social.
La si potrebbe raccontare partendo proprio da qui la brutta storia, l'ennesima, che arriva da un istituto superiore di Parma dove, un paio di giorni fa, una ragazzina di appena 13 anni è stata presa e con la forza portata in bagno per essere «punita».
La sua colpa? Essere la migliore amica di un coetaneo che piace tanto ad una sua compagna di classe. E visto che lui pare non ricambiare questa travolgente passione, è la sua amica che deve pagarne il prezzo.
A raccontare il tutto è, con ovvio sconcerto, la madre della ragazzina che un giorno è tornata a casa da scuola con evidenti segni sul volto. E, non senza fatica, alla fine ha ricostruito quel brutto quarto d'ora.
«Mia figlia mi ha detto che mi voleva parlare e devo dire che alla fine ho impiegato un po' a farla aprire, a convincerla a spiegarmi ogni dettaglio – prosegue la madre che ha raccolto il racconto di quella spedizione punitiva.- Francesca (ovviamente usiamo un nome di fantasia) è stata prelevata in corridoio, portata in uno dei bagni dove c'erano altre sei o sette ragazze che l'hanno iniziata ad offendere e minacciare. Poi, una di loro, la più agitata, quella che ha la cotta per il ragazzo, l'ha presa per i capelli e approfittando del fatto che era seduta sul water, ha iniziato a darle ginocchiate in testa». Una scena da film? Esatto e non è un modo di dire. Infatti il pestaggio di Francesca è finito proprio in un video che qualcuno ha ripreso in diretta e che ha pensato bene, il giorno dopo, di mettere su Instagram. C'è rimasto poco, forse appena 24 ore. Ma abbastanza a lungo per permettere alla mamma di Francesca di trovarlo, scaricarlo. E ogni volta per lei, che si è costretta a riguardarlo, è stato un tuffo al cuore. «Si vede che le altre ragazze non solo non la aiutano ma sembrano anzi volere trattenere le sue mani. In modo che non si possa difendere».
Ragazzate? A vedere il video si fa fatica a sostenerlo. Che quello che colpisce sono le risatine divertite delle compagne che assistono all'aggressione. E soprattutto che una di loro, alla fine, bacia pure quella che picchia. Un gesto definitivo: come dire «Brava, hai fatto bene. Sono con te».
Naturalmente la mamma di Francesca ha reagito diversamente. Per prima cosa ha accompagnato la figlia al pronto soccorso per una visita di controllo. Poi, forte di un referto con una prognosi di pochi giorni, si è presentata in via delle Fonderie e ha sporto denuncia ai carabinieri con l'accusa di lesioni personali ai danni di un minore. Infine, ha allertato il preside che nelle prossime ore incontrerà tutte le persone coinvolte: genitori, figlie. Chi ha picchiato e chi le ha prese. Inutile dirlo la speranza di Francesca e di sua mamma è che tutto non finisca con un bonario ed ecumenico «Mi raccomando, che non succeda più».
«Non cerco vendetta, non voglio enfatizzare la cosa. Ma mi sembra un episodio grave, molto preoccupante. Quel video mostra una scena di una violenza gratuita a cui io non ho mai assistito prima. E soprattutto adesso mia figlia non se la sente di tornare in classe, ha timore di riaffrontare quella scuola».
Non è difficile capire il motivo. Adesso ogni intervallo, ogni pausa basterebbe per fare tornare la paura, far rinascere il timore di essere circondata, minacciata, presa a botte. A 13 anni, si sa, si è molto piccoli e si hanno un sacco di risorse per reagire, riprendersi e andare avanti. Ma le scene da film è meglio guardarle in tv e non essere protagonisti. Soprattutto quando ti stanno facendo male. E qualcuno, chissà perché, lo trova pure divertente.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata