Il caso Villa Verdi
Il sindaco Michele Guerra risponde alla lettera di Gennaro Sangiuliano nella quale il ministro della Cultura sosteneva di non aver ricevuto proposte da Parma circa il programma per salvare Villa Verdi.
Leggo sul suo giornale di ieri la lettera inviata dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il titolo di prima pagina che la accompagna, stando al quale il Ministro “bacchetterebbe” il Teatro Regio di Parma per non aver avanzato proposte circa i futuri festeggiamenti riguardanti l’operazione di salvataggio e rilancio di Villa Verdi a Sant’Agata.
Ora, in un tempo ormai lontano si bacchettava lo studente maleducato o che aveva commesso qualche imperdonabile errore e non mi pare davvero che la Fondazione che mi onoro di presiedere pro tempore abbia dato prova di maleducazione o commesso errori.
Ricostruisco brevemente le vicende con l’obiettivo di fare una volta per tutte chiarezza.
Durante la sua visita a Villa Verdi, il Ministro, da poco insediato, annunciò non solo l’intenzione di garantire un futuro alla residenza del Maestro, ma la volontà di festeggiare, a tempo debito, con un concerto al Teatro Regio di Parma, esprimendo tale auspicio proprio in una intervista rilasciata a lei il 23 novembre 2022. Niente di più onorevole per la nostra città e niente di più corretto, dal momento che da molto tempo Parma si è imposta a livello nazionale e internazionale come luogo di ricerca e promozione delle opere verdiane, nonché come sede del Festival che porta il nome del Maestro e che si giova di una legge speciale, approvata nel 2017 grazie all’azione dei parlamentari del Partito Democratico dell’epoca.
All’inizio del mese di febbraio, il Ministero della Cultura presenta un cartellone dedicato all’operazione Villa Verdi e che coinvolge le fondazioni lirico-sinfoniche italiane, non il Teatro Regio, che com’è noto è un teatro di tradizione. In quella stessa conferenza stampa il Presidente dell’AGIS Francesco Giambrone, allo stesso tavolo del Ministro, annuncia, come “buona notizia”, che altri teatri italiani, oltre le fondazioni lirico-sinfoniche, hanno immediatamente offerto la loro disponibilità e cita come esempio il Teatro Regio di Parma, raccontando dello scambio da lui stesso avuto con il nostro Sovrintendente Luciano Messi. Il video della conferenza stampa è peraltro disponibile online dalla pagina YouTube del Ministero. Risulta pertanto piuttosto difficile pensare o scrivere che la Fondazione Teatro Regio si sia disinteressata di questa importante programmazione e prova ne è la dichiarazione del Presidente Giambrone proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione delle attività.
A seguito della conferenza stampa romana, contatto personalmente l’on. Fabio Pietrella, parlamentare di Fratelli d’Italia eletto nel nostro territorio, che con tempestività ed efficacia, di cui gli sono grato, si relaziona con il Ministero e ci comunica la volontà non solo di includere il Teatro Regio in queste celebrazioni, ma addirittura di tenere a Parma il concerto finale della rassegna. La stessa notizia, qualche giorno dopo, ci viene data anche dalla senatrice Silvia Fregolent, eletta nel nostro territorio e a sua volta impegnatasi a contattare il Ministero per le medesime ragioni. Anche a livello locale si accende un piccolo dibattito, con una recente interrogazione della consigliera Maria Federica Ubaldi, del gruppo di minoranza Civiltà Parmigiana, inviata, oltre che alla Presidenza del Consiglio comunale, a tutti i media e perfino oggetto di una conferenza stampa.
Mentre, sempre dai banchi della minoranza, il capogruppo di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi ha commentato con soddisfazione pari alla nostra la volontà del Ministero di reintrodurre Parma nel cartellone.
Mi pare dunque che appaia evidente non soltanto la chiara manifestazione di interesse e disponibilità del Teatro e della città, espressa in più momenti e addirittura nell’ufficialità della conferenza stampa ministeriale, e mi compiaccio sinceramente del fatto che tale disponibilità non abbia colore politico, segno che il nostro Teatro Regio e il patrimonio verdiano sono davvero un valore prezioso che unisce e non può dividere. Per quel che invece riguarda le “bacchettate” (termine per la verità mai usato dal Ministro Sangiuliano), spero si sia compreso che sono del tutto fuori luogo.
In conclusione, mi preme confermare di nuovo la disponibilità e la volontà della Fondazione Teatro Regio a fare parte di questo programma e a proseguire un dialogo proficuo con il Ministero della Cultura.
Michele Guerra
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata