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MALTRATTAMENTI

«Dammi i soldi o ti sgozzo». L'inferno in casa: condannato a 4 anni e 8 mesi

«Dammi i soldi o ti sgozzo». L'inferno in casa: condannato a 4 anni e 8 mesi

di Georgia Azzali

16 Febbraio 2023, 03:01

Era lei la sua «cassaforte». La compagna di vita che cucinava, lavava e stirava i suoi vestiti, puliva la casa, ma che soprattutto doveva sempre dire sì alle sue continue richieste di soldi. Un altro uomo, dopo i primi tre anni di convivenza: era arrivato a metterle le mani al collo, a minacciare di dare fuoco alla casa ogni volta che lei tentennava a consegnargli il denaro. Sette anni di terrore, anche per la figlia di lei, una ragazzina nata dal suo precedente matrimonio. Lui, marocchino, 39enne, è finito in carcere nei mesi scorsi, e ieri è stato condannato a 4 anni e 8 mesi, oltre al pagamento di 1.600 euro di multa, per maltrattamenti aggravati e utilizzo indebito di carta di credito. Unico «sconto», la scelta del rito abbreviato, che gli ha consentito di beneficiare della riduzione di un terzo della pena.

Lei, origine romena, si era fatta mille domande sul cambiamento così repentino del compagno. Si era anche colpevolizzata, si era sentita improvvisamente inadeguata per i suoi 15 anni in più. Quando aveva scoperto in casa alcune bottigliette con la cannuccia infilata e alcuni cucchiaini bruciacchiati, aveva capito che era il crack a mangiarsi i suoi risparmi e la vita del suo compagno.

Eppure, lui ha sempre continuato a negare. Diventando però sempre più violento. E lei per qualche anno ha cercato di assecondarlo, consegnandoli il denaro che poteva, altrimenti la risposta era sempre la stessa: minacce, schiaffi, mani al collo. Era stata costretta a dargli la fede del suo matrimonio e l'anello di fidanzamento che le aveva regalato l'ex marito, ma da casa erano spariti anche il telefonino e il tablet di sua figlia.

Per anni aveva scelto di non denunciare: non l'aveva fatto nemmeno nel 2018, quando aveva chiamato i carabinieri dopo l'ennesima aggressione. «Ti ammazzo se non torni a casa», le aveva urlato. E lei aveva piegato la testa. Precipitando nell'abisso. Perché non c'era giorno in cui non le chiedesse soldi. E i suoi no significavano sberle al volto, colpi alla schiena e spintoni così violenti da farla cadere a terra.

Spesso, poi, quando non otteneva il denaro, le sfilava di nascosto la carta di credito dal portafoglio. Lo aveva fatto anche lo scorso ottobre, e quando era rientrato a casa era scoppiata una lite furibonda. Lei si era rifugiata in camera, chiudendo la porta a chiave. E per ore l'aveva sentito tuonare: «Non muori? Se esci ti sgozzo». Aveva pazientato fino al m attino e si era fatta coraggio. Era sgusciata fuori dalla stanza allungando il passo in cucina, dove lui si era assopito, e subito dopo aveva infilato la porta d'ingresso. A passo spedito verso la caserma dei carabinieri. Nessuna marcia indietro.

Georgia Azzali

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