COMUNE
Per due volte, le aste pubbliche sono andate deserte ed è per questo che da anni la zona a nord della stazione, la ex Boschi, rimane un enorme spiazzo abbandonato, ripulito ogni tanto dalle erbacce che infestano asfalto e cemento. Il tempo, nei pressi di via Alessandria e via Brenta, sembra essersi fermato a una decina di anni fa. Il perché lo spiegano Thomas Gardelli, liquidatore di Stt e Isabella Tagliavini, amministratore unico di Stu Stazione, la società incaricata di vendere le aree e ridare nuova vita, e un nuovo volto, all'area a nord dei binari: i prezzi a base di gara erano eccessivi per le attuali quotazioni di mercato.
«Abbiamo dato incarico a una società di redigere una nuova perizia che ha abbassato il valore delle aree di Stu Stazione da 34 a 18 milioni», spiega Gardelli ai consiglieri della commissione Garanzia e controllo. Al centro del dibattito, il futuro dell'area ex Boschi, una grande fetta di città nel quartiere San Leonardo che da troppo tempo attende una rinascita.
«I valori attribuiti a bilancio delle aree erano molto alti - aggiunge Tagliavini - perché legati a perizie del 2014-2015, quando il mercato immobiliare aveva altri valori. Da qui la risposta negativa del mercato. I bandi sono andati deserti e le società immobiliari con cui abbiamo parlato, all'unanimità, ci hanno spiegato che le aree erano troppo care».
Ne è derivata la necessità per Stu Stazione, alle prese con il piano di ristrutturazione del debito, di rivedere le stime per riuscire finalmente a vendere quegli spiazzi. «Il valore delle aree è uguale al debito della società con la banca (Stu ha un debito con Amco, società del Mef, ndr), quindi se si vendono si chiude il debito».
Dopo tante false partenze, il 2024 potrebbe essere l'anno giusto. «Crediamo di poter finalizzare il piano di ristrutturazione tra febbraio e marzo 2024. A quel punto potremo pubblicare i bandi di vendita. Con i valori ribassati, crediamo possa esserci fiducia da parte del mercato».
In commissione è stato chiarito che è ancora in corso la causa con la società che doveva costruire immobili in via Reggio, all'interno del progetto del Ponte Nord. Con un'impresa che ha lavorato alla costruzione dell'Efsa è invece in corso un tentativo di conciliazione.
Un ultimo chiarimento dal liquidatore di Stt: «Sono in corso delle cause con Banca Reale e Banca Intesa per cercare di intravedere eventuali responsabilità nell'operato del dipendente infedele».
Polemica nel finale. «Noto con rammarico l'assenza dei componenti della minoranza», chiosa il presidente della commissione, Priamo Bocchi. Sulla sua pagina Facebook, Cristian Salzano, capogruppo di Effetto Parma, è molto meno diplomatico. «In commissione per parlare di Stu Stazione e Ponte Nord, scelte sbagliate del passato divenute pesanti eredità per la nostra città. Casualmente il gruppo Vignali assente», si legge sopra la foto dei banchi deserti della minoranza.
Pierluigi Dallapina
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