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Sanremo

Il diario di Mauro Coruzzi: «Noi, estasiasti dal “Chi presenta chi?”»

Il diario di Mauro Coruzzi: «Noi, estasiasti dal “Chi presenta chi?”»

08 Febbraio 2024, 03:01

«Come va come va? Tutto ok, tutto ok?» gorgheggiavano Romina e Albano in tempi antichi, in cui a Sanremo ci s’andava a cantare anche se era inevitabile giudicarne, oltre che la qualità delle corde vocali o la “presa” del motivetto intonato, l’aspetto, il “look” come si diceva prime che diventasse “outfit” e prima che alle firme della moda si sostituissero gli stylist, i consiglieri del «cosa sta bene con cosa».

Va benissimo tutto, l’evoluzione è connaturata alla crescita del genere umano, così come è lecito osservare, farsi due domande su ciò che vedi, insomma, criticare: lo si fa anche per ciò che amiamo, a maggior ragione, perché niente e nessuno è esente dal giudizio altrui, si chiama «pensiero unico» e vale anche per chi si ciba, pezzenti della meninge, del «pensiero comune». Vediamola così: Sanremo 2024 sembra un “mash up” (una mescolanza, termine in uso nella musica ma estendibile ad altro…) tra un episodio qualsiasi di Star Wars e l’Eurovision Song Contest, dove come frullati da un’intelligenza artificiale, laser e fasci di luce t’investono a valanga, in cui balletti e sballati si scontrano come all’autoscontro del luna park. Tutto può accadere: si piange sul palco, pensando chi alla mamma chi alla fatica fatta per non essere ruzzolato sulle scale, dove c’è chi s’indigna per le vittime della guerra, soprattutto i bimbi, e innalza un «cessate il fuoco» con l’ennesimo motivetto dance che ha pretese di denuncia sociale, con abbondanza di pupazzetti simbolo sulla giacca, senza togliere l’occhiale perché il «sintomatico mistero» fa pure bene agli incassi, tanto di guadagnato. Poi se Fiorello tira tardi e dice che lo spavento per l’arrivo della polizia con tanto di cani addestrati, in una villa, era dovuto a una minaccia-bomba e non ad altro, facendo paradossalmente tirare un respiro di sollievo agli attovagliati (il cane fiuta…), stiamo tutti bene e ci spunta un sorriso come un fiore in bocca.

Ma che carico di spot, i maestri falegnami del divano che son rimasti lì un anno intero, mentre metà dei televisivi si dava il cambio a far da testimonial, una nave da crociera su cui si balla al largo, yeah e siamo tutti pronti a timonare la nave verso «Rotta per casa di Dio» (883, non è blasfemia, è canzonetta…), un marchio di automobili che sponsorizza l’Arena esterna che è piazza Colombo, dove chi canta, visibile anche da casa, ha il monitor con il testo a rullo anche se magari c’è scritto solo «Ah aha..hey Bro…», non si sa mai che la memoria delle star evapori… Siamo criticoni ma solo perché lo si Ama questo Festival e poi dopo la serata di ieri «Chi presenta chi?» siamo entusiasti, cosa dico, estasiati dalla novità. Le migliori abbinate? Loredana Berté presentata da Sangiovanni (lei e l’eventuale Santo, ma quello vero, San Giovanni, sarebbero un’accoppiata tipo «Angeli e demoni») e Big Mama presentata dal Tre (il body shaming ci fa un baffo a noi…). Certo che anche Irama presentato dai Ricchi e Poveri c'ha un suo perché, non so quale sia, o forse è meglio, anche individuandolo, non dirlo proprio…

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