Festa di compleanno
«Sono nata il 13 marzo del 21» esordisce Lina Pesci in quella che è la prima intervista della sua vita. E subito dopo precisa: «Ma nel 1921».
Ed eccola, felice e un po' frastornata nel giorno della festa per quei 103 anni portati magnificamente dopo una vita semplice fatta di famiglia, casa e lavoro ma, soprattutto, di quella fibra indistruttibile che dimostra ancora oggi.
Non le fa paura un numero così grande? «No - risponde secca Lina - quando arrivano, gli anni, li prendo».
Ha lavorato vent’anni nelle cucine dell’Università, dal 1945 al 1965, dopo essersi sposata giovanissima e aver avuto un figlio. «Se avessi potuto - confida - avrei continuato a lavorare».
La vita non le ha risparmiato grandi dolori e malinconie. Lina è vedova da 27 anni, dopo circa 60 trascorsi insieme al suo adorato marito. Anche il figlio se n'è andato troppo presto. Duri colpi della vita.
Se le chiedi il segreto per arrivare a 103 anni in questa forma smagliante, lei risponde così: «Mangiare poco e di tutto ma, soprattutto, stare serena. Perché sa, si mangiava male ai miei tempi».
Una forza della natura, Lina Pesci, che da pochi mesi vive nella casa di riposo Helia in strada Eia. Si alza presto la mattina e nel rito quotidiano non manca mai la lettura della Gazzetta, «soprattutto i titoli, con gli articoli lunghi faccio un po' fatica».
Arrivano le nipoti a festeggiarla. Lina è categorica: «Per la foto mi metto in piedi», e non fatica nemmeno un secondo ad alzarsi dalla poltrona.
Giacca scura, camicia a righe, capelli perfetti, una goccia di profumo e il collier d’oro che mette nelle grandi occasioni. Le nipoti Roberta e Simona raccontano come vorrebbero avere la fibra di Lina a volte: la decisione di andare a vivere in una casa di riposo è stata sua, perché non si sentiva più così sicura a vivere da sola.
Riceveva assistenza domiciliare per le pulizie da diversi anni, ma Lina non era una tipa facile: teneva molto alla sua casa («sempre tirata a lucido») e telefonava all’agenzia tutte le volte che qualcosa non andava. «Qualcuno mi faceva venire il nervoso - ride - se mi promettono qualcosa voglio arrivarci fino in fondo».
La nuova sistemazione le piace: «Qui mi trovo bene, sono tutti molto bravi e la compagnia è simpatica», e ringrazia gli assistenti chiamandoli tutti per nome.
Intanto il salone si è riempito di parenti, arriva il presidente del consiglio comunale, Michele Alinovi.
«Adesso basta interviste», sentenzia Lina. E vai con la musica. Buon compleanno, Lina.
Silvio Marvisi
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