viale Mariotti
La frase pare presa da una serie stile Gomorra. Ma, purtroppo, qui nessuno stava recitando: «Fra', dacci i soldi o finisce male». Immaginatevi che effetto può fare sentirselo ringhiare in faccia quando si hanno 17 anni, si è circondati da quattro ragazzi con gli occhi cattivi. E soprattutto quando uno dei quattro ti appoggia un coltello sul fianco.
Ecco, questo è proprio quello che è successo ieri pomeriggio, poco dopo le 15 al solito posto, alla fermata del bus di viale Mariotti. Dove un altro minorenne di Parma è stato minacciato e rapinato dall'ennesima banda di giovanissimi che forse credono di essere gli eroi di un telefilm. In cui, è ovvio, i protagonisti sono banditi.
«Dopo la scuola mi ero fermato in centro a mangiare con degli amici - spiega la vittima, 18 anni ancora da compiere. - Poi sono andato come sempre sul Lungoparma per prendere l'autobus per tornare a casa. Quando sono arrivati loro».
Ovvero una coppia di ragazzi («un po' più bassi di me, certamente nordafricani, forse potevano avere tra i 15 e i 17 anni») che lo hanno puntato e affrontato. Da come si muovevano decisi, viene da pensare che non fosse la prima volta. «Io ero appoggiato alla balaustra e avevo il cellulare in mano quando me lo hanno sfilato», spiega il ragazzo che per fortuna non ha perso la calma. E ha provato a farli ragionare.
«Per prima cosa ho detto che non avevo nessuna voglia di litigare, di avere problemi ma che dovevano ridarmelo subito. Anche se come cellulare fa schifo». Una risposta del genere avrebbe gelato chiunque. Ma non quei due che di colpo sono diventati quattro. «Sono spuntati altri due, mi sono arrivati alle spalle. Uno mi ha detto, appunto, che se non gli davo i soldi finiva male. E un altro ha estratto dalla tasca della giacca un coltello che mi ha messo all'altezza del fianco».
A quel punto è apparso chiaro che parlare ancora non sarebbe servito a nulla. E il 17enne, capito che ci si poteva fare molto male, ha idealmente alzato le braccia.
«Ho spiegato che gli unici soldi che avevo con me erano dieci euro, e stavano infilati nella cover del cellulare che mi hanno ridato. Io ho preso la banconota, gliel'ho consegnata e, per fortuna, mi hanno lasciato andare».
O meglio: è riuscito a sgattaiolare via mentre i quattro baby rapinatori, senza nessuna ansia apparente, sono rimasti fermi dove erano. Tanto, sembravano dire con il loro atteggiamento strafottente: chi oserebbe affrontarci? Non certo le altre persone presenti alla fermata, che si sono ben guardate dal mettersi in mezzo e neppure il ragazzino rapinato che, comprensibilmente spaventato, si è allontanato in tutta fretta prima di chiamare casa, chiedere aiuto e contattare la polizia.
«Mio figlio è un ragazzo molto equilibrato, riflessivo, non uno che perde la testa - si sfoga la madre del giovane che ricorda anche come al ragazzo sia stato ripetuto, fino allo sfinimento, l'ammonimento di buon senso: “In casi come questi sempre meglio consegnare quello che chiedono piuttosto che correre dei pericoli”».
Vero e sacrosanto, è assurdo rischiare la pelle per dieci euro. Ma resta il fatto che dopo una simile esperienza la paura resta addosso e quella fermata, dove si va ogni giorno per tornare a casa, dopo non sarà più la stessa. Che ora ogni volta che qualcuno si avvicina tornerà in mente quella voce: «Fra' attento. Che qui finisce male».
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