PATTEGGIAMENTO
Una casa colonica in cui vivere tutti in armonia. E così, nel 1986, i tre fratelli avevano deciso di acquistare l'edificio e il terreno fuori città: due ne avrebbero fatto la loro abitazione e per il terzo sarebbe stato il posto ideale per accudire i suoi amati cavalli. Ma i primi problemi erano sorti già qualche anno dopo, così nel 1996 ci aveva pensato il Tribunale a suddividere la proprietà in tre parti uguali, con tanto di picchetti di confine. Ma la legge non è riuscita a mettere pace in famiglia: sono cominciati i primi dissidi tra due dei fratelli, uno dei quali abitava nella parte centrale dell'immobile. Finché si è arrivato allo scontro tra uno di loro e il nipote, che aveva creato nell'ex stalla della casa, assegnata al padre, una piccola sala prove insonorizzata in cui andava a suonare una volta alla settimana con il suo gruppo jazz. E per più di vent'anni (anche se i reati contestati partono dal 2012) il nipote, assistito dall'avvocata Serena Dimichele, avrebbe sopportato di tutto: dagli insulti ai sacchi di letame gettati addosso fino al tentativo di investirlo con l'auto. Accusato di stalking aggravato, lo zio - 64enne, origini siciliane, ma da tempo residente in provincia - ha patteggiato 1 anno e 4 mesi. Il giudice Sara Micucci gli ha concesso la sospensione della pena, a patto che porti a termine un percorso riabilitativo in un centro di recupero, che dovrà frequentare almeno due volte alla settimana.
Era cominciato tutto con un «avvertimento»: il cavo della corrente tagliato in modo da silenziare gli strumenti. Dispetto sgradevole, ma poco più che una ragazzata, o almeno era ciò di cui si era voluto convincere il nipote per scartare il pensiero più inquietante: che quello fosse solo l'inizio di un incubo. In realtà, dopo qualche altro dissidio, c'era stato un periodo di sostanziale tregua fino al 2004, quando i tre fratelli avevano deciso di ristrutturare l'intero immobile. Ma poi erano subentrati disaccordi e visioni diverse: si era creato un clima insopportabile, tanto che uno dei fratelli aveva deciso di acquistare casa altrove. Ma a quel punto il nipote, figlio dell'altro fratello, si sarebbe trasformato nel nemico da distruggere.
Il vicino scomodo. Quello a cui rendere un'impresa impossibile la ristrutturazione della sua parte della casa. Lo zio aveva pensato bene di distruggere il ponticello su cui dovevano passare i camion per il trasporto del materiale. Quando poi il nipote «osava» utilizzare il pozzo comune, gli sputava in faccia. E già in quel primo anno di scontri quotidiani, si era trovato più volte le gomme dell'auto bucate oltre a vedersi piombare addosso la macchina dello zio, che fortunatamente era riuscito a schivare.
Un 2012 terribile. Ma anche gli anni successivi, fino al 2023, erano stati un interminabile bollettino di guerra. Anche la moglie del nipote era finita nel mirino dello zio: insulti pesantissimi e sassi lanciati addosso. Nel 2015 aveva anche deciso di ricreare i confini della proprietà: dopo aver rimosso la rete che delimitava le zone, aveva inserito delle palizzate in modo da rendere più ampia la sua parte.
In ogni incontro, anche di pochi istanti, vomitava addosso al nipote e alla moglie tutto il suo disprezzo e il corredo di minacce. Quando poi si accorgeva che la donna filmava con il telefonino quelle sue reazioni violente, diventava ancora più aggressivo: «Prima o poi te la faccio pagare», le urlava. E nel 2021, quando aveva incrociato il nipote vicino al maneggio «Il Cinghio» di Felino, aveva cercato ancora di investirlo.
Inevitabile arrivare alla denuncia. Al potere della legge per tentare di acquietare lo zio. Vicino e stalker.
Georgia Azzali
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