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Televisione

I dolci di Federica premiati a «Bake Off»

I dolci di Federica premiati a «Bake Off»

di Pietro Razzini

14 Gennaio 2025, 03:01

Si è chiusa l'edizione 2024 di Bake Off Italia, trasmissione che ha visto la parmigiana d’adozione, Federica Polimeni, concludere al secondo posto il suo percorso nel programma condotto da Benedetta Parodi. Tante le sfide da cui è uscita vincitrice, dando prova di una particolare abilità nel creare dolci belli visivamente e buoni al gusto (con il marchio di approvazione degli chef presenti nelle diverse puntate dello show: Ernst Knam, Tommaso Foglia, Damiano Carrara e Iginio Massari).

Federica è nativa di Reggio Calabria ma vive in città, ha tre splendide figlie, lavora in un’azienda farmaceutica del territorio e ha tre lauree: «Ma preparare dolci è ciò che mi rilassa di più».

Come è nata questa opportunità?

«Il pressing di una mia cara amica, Cristina, è stato intenso, dopo aver assaggiato alcune delle mie produzioni. Mi avrebbe voluto iscrivere personalmente, facendomi una sorpresa. Ma non potendolo fare, mi ha costretta a compilare il form. Siamo partiti in 9000. La prima scrematura ci ha portati a 100 per il casting di Milano. Poi 30 e infine 14».

Che esperienza è stata?

«Non sono competitiva. Per me è stato un gioco in cui ho cercato di divertirmi il più possibile. Ho capito che le dinamiche televisive hanno un peso fondamentale in questo percorso. Non basta essere brave ma bisogno essere un po’ “personaggio”, avendo una storia personale interessante da raccontare».

E lei che valore aggiunto ha dato?

«Credo che mi abbia contraddistinto la creatività. La manualità dei finalisti era, più o meno, simile. Io ho sempre cercato di offrire qualcosa di particolare, sia a livello estetico che di gusto. La pasticceria deve rimanere, all’interno del mio mondo, una passione. Si trasformasse in lavoro perderebbe magia».

Quindi rimarrà un’esperienza fine a se stessa?

»Spero di no. Mi piacerebbe organizzare corsi di formazione per insegnare. Oppure partecipare a eventi. Ma il vero sogno è scrivere di quest’ arte. Non libri di ricette ma un volume su come stimolare al meglio la creatività delle persone quando preparano dolci».

Il rapporto con la giuria e Benedetta Parodi?

«Tra i giudici, forse anche per una questione di età, si è creato un ottimo feeling con Carrara e Foglia. Anche a telecamere spente c’erano opportunità di chiacchierare e di ricevere consigli. Knam e Massari, così duri durante le riprese, in realtà erano gentili con noi quando non si doveva registrare. La Parodi? Si limitava al ruolo di conduttrice del programma».

Quali creazioni le hanno dato maggiore soddisfazione?

«Innanzitutto il polpo: all’interno di una puntata speciale sulla pet therapy mi era stata assegnata la realizzazione di una torta con la sua forma perché dicevano che riuscivo a fare mille cose insieme. Il risultato finale mi ha soddisfatto. E poi la “Duchessa di Parma rivisitata”: una torta che si appoggiava sul pentagramma con le 4 note iniziali del verdiano “Va, pensiero».

Da dove è nato l’amore per la pasticceria?

«Sono cresciuta in una famiglia in cui tutti i componenti hanno sempre realizzato dolci. Io e mia sorella abbiamo passato anni tra creme e pan di spagna. Questa passione è aumenta esponenzialmente nel momento in cui sono rimasta incinta della mia prima figlia, Bianca. Imparare il cake design è stato il modo migliore per occupare il tempo che avevo a disposizione».

Come concilia la passione per la pasticceria con gli altri aspetti della sua vita?

«Ormai i momenti a mia disposizione sono rimasti le notti e le mattine. Ma molto presto: punto la sveglia alle 4.30 e inizio a lavorare. I selfie che mando alle mie amiche, sono le testimonianze più nitide degli orari che scelgo per dedicarmi alle torte».

Pietro Razzini

© Riproduzione riservata

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