LESIGNANO
Lesignano Un momento di ascolto reciproco e confronto per aprire un dialogo che possa raggiungere una soluzione capace di conciliare le ragioni delle parti. Voluto dall’amministrazione comunale di Lesignano de’ Bagni, si è svolto al circolo San Martino di Stadirano il partecipato incontro tra residenti e frequentatori degli abitati di Faviano superiore e inferiore e i cacciatori dell’Atc Pr4, rappresentati dal presidente Roberto Nemorini.
Nei giorni scorsi infatti era emersa la preoccupazione dei residenti di fronte al cambio di destinazione dell’area circostante i paesi, dove, dopo diversi anni, ora è prevista l’attività venatoria. A moderare il confronto il sindaco Andrea Borchini e il consigliere Alessandro Maggiali, alla presenza anche di Paolo Zanza, responsabile territoriale del settore Agricoltura, caccia e pesca della Regione.
«Pur non avendo potere in materia - ha detto Borchini - non potevamo esimerci dall’intervenire per trovare una soluzione che possa andare bene a tutti».
Non sono mancati momenti accesi con qualche «scintilla» tra le parti, ma ha prevalso lo scopo dell’incontro di individuare una soluzione conciliante. La zona, come chiarito, per anni è stata adibita all’addestramento dei cani: il privato che aveva l’autorizzazione, in vista del rinnovo, non ha trovato l’assenso dei proprietari dei terreni, e l’area, come da normativa, è tornata all’attività venatoria. Nelle parole degli abitanti la storia della piccola comunità che nel tempo si è ripopolata, arricchita da nuove presenze e diverse attività, spesso vissute nella cornice del bosco circostante, come quelle dedicate ai bambini organizzate da un’associazione. Una presenza, quella dei cacciatori, che rischia di non essere compatibile con «il vivere il bosco».
«Siamo qui per trovare una mediazione - ha detto Nemorini -. Scaduta l’autorizzazione, abbiamo avuto l’obbligo di mettere le tabelle, che abbiamo trovato piegate e rovinate. Ora c’è l’emergenza legata alla Pse e stiamo facendo depopolamento. E lo si fa ovunque».
Due le possibili soluzioni concrete emerse nel confronto: la prima, evidenziata da Zanza, potrebbe essere «l’azione dei proprietari per dimostrare come la caccia sia di ostacolo all’attività ricreativa e sociale dell’associazione: in questo modo parte del fondo potrebbe essere sottratto alla caccia». Una seconda riguarda la disponibilità del privato a rinnovare l’autorizzazione «ad area allenamento», con la fattiva collaborazione dei residenti nella raccolta delle firme necessarie.
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