San Lazzaro
Il tempo di una pizza, forse nemmeno quello, e a un parmigiano residente nel quartiere San Lazzaro sono stati fatti sparire denaro e gioielli che lui credeva al sicuro. La vittima del furto era a tavola, forse nemmeno troppo lontano, mentre i razziatori - armati di flessibile - erano «al lavoro» nel suo appartamento. Per far cedere la cassaforte avranno di certo fatto rumore, quello che può fare un flessibile in azione sul metallo, ma entrare nella casa da svaligiare deve essere stata un'operazione silenziosa oltre che semplice. La porta non è stata forzata, ma è stata aperta nel modo più banale: con la chiave. I ladri l'avevano scovata a bordo dell'auto al cui interno si erano intrufolati poco prima, senza nemmeno sfondare il finestrino.
Nell'abitacolo, oltre alla chiave, hanno trovato l'indirizzo dell'abitazione nella quale a quel punto potevano entrare in tutta libertà. Una volta accertato che all'interno non si trovava nessuno, il resto è stato un gioco da ragazzi. A quel punto, non si può escludere che un «palo» sia rimasto nei pressi della pizzeria, per tenere d'occhio l'auto e avvisare i complici, qualora avesse visto il proprietario ripartire per, quasi di certo, mettersi sulla strada di casa.
Ma pare che ai ladri quell'ora di libertà di manovra sia stata più che sufficiente. Sia a rovistare nei cassetti e negli armadi che ad aprirsi un varco nella cassaforte. Anelli, catenine, bracciali: tutti gli ori di famiglia sono finiti nelle mani dei razziatori. Al proprietario, oltre al dolore per la perdita di tutti i preziosi, tra l'altro di grande valore affettivo, è rimasto lo choc che prova chiunque subita incursioni di questo tipo nella propria abitazione.
Quanto sia pericoloso tenere le chiavi della porta di casa nell'abitacolo lo dimostra anche un furto-fotocopia di quello dell'altra sera subito da un cittadino di via Casa Bianca nelle scorse settimane. Anche il suo appartamento è stato svaligiato da ladri che avevano trovato le chiavi sulla sua auto in sosta, forzata senza nemmeno fare troppo danno. Unica consolazione.
rob.lon.
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