Il ricordo
Langhirano È stato un brusco risveglio per Langhirano. Per il padre Rino, per i tanti amici, per le persone che lo conoscono, sconvolti per la sua improvvisa scomparsa. Difficile da comprendere, da accettare. Persone che hanno perso un figlio, un fratello, un amico, un collega.
La notizia della morte di Matteo Leporati, 46enne di Langhirano, si è diffusa presto ieri mattina, lasciando nello sconcerto tante persone, tutte quelle che lo hanno conosciuto e apprezzato nella sua purtroppo breve vita. E il suo profilo Facebook è presto diventato un susseguirsi di messaggi di cordoglio, di voci incredule e di ricordi, oggi ancora più preziosi.
Classe 1978, Leporati era originario di Tordenaso, frazione di Langhirano dove il padre Luigi, ma conosciuto da tutti come Rino, aveva una stalla. Nel 1996 la scomparsa della madre, un colpo durissimo per il giovane e il padre. Improvvisamente si trovano da soli, potendo contare solo uno sull’altro. Il legame era rimasto molto forte anche oggi, tanto che il 46enne aveva chiesto di poter modificare i turni di lavoro per poter stare vicino al genitore.
Da ventitré anni Leporati era dipendente della Tep e nell’ultimo anno aveva ottenuto di poter fare le corse solo a Langhirano, per stare vicino ed aiutare il padre che abita a Pilastro.
Amante della compagnia, con la passione del buon vino e della buona tavola, anche sabato sera era atteso dagli amici per una delle consuete serate insieme. E proprio loro sono accorsi sul luogo dell’incidente quando non hanno avuto più sue notizie.
«Siamo cresciuti insieme. Per me era come un fratello – racconta incredulo l’amico fraterno Lorenzo Vignali -. Ci siamo conosciuti a Tordenaso che eravamo bambini e la nostra amicizia è durata nel tempo. Abbiamo gli stessi hobby, le stesse passioni, come la collezione di champagne che facevamo insieme o le serate che trascorrevamo nei ristoranti e locali di Parma. Impeccabile sul lavoro e con la passione per il buon vino. Lui era così, una persona che amava stare in compagnia, disponibile con tutti. Lo conoscevano in tanti nella Val Parma e nella Val Baganza. Era anche un appassionato dei concerti di Vasco, ne avrà visti più di 20 in questi anni. Ed era anche attento agli altri, era un donatore dell’Avis Langhirano come il padre».
L’amico cerca di rimettere in ordine i tanti pensieri, i ricordi che affollano la testa in questi terribili momenti, pensando all’amico che non vedrà più e al padre che ora si troverà da solo ad affrontare questo terribile momento. «Stanotte mi sono passati davanti 45 anni di vita insieme – prosegue -. Lo aspettavo. Eravamo d’accordo per vederci, avevamo appuntamento ma non si è fatto più sentire. Doveva rientrare da Sant’Ilario Baganza. Allora mi sono allarmato e ho iniziato a chiamarlo, ma nulla. Sono andato a casa sua e non c’era. Quindi con un altro amico abbiamo pensato di ripercorrere il tragitto che avrebbe dovuto fare e siamo arrivati a Case Manfredelli che c’erano già sul posto l’ambulanza e i carabinieri. Non capisco – conclude -. È difficile da accettare quello che è successo».
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