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TRIBUNALE

Nel pc foto di minorenni nude adescate in chat: 27enne condannato

Nel pc foto di minorenni nude adescate in chat: 27enne condannato

08 Luglio 2025, 03:01

Appassionati di videogiochi. Come tanti ragazzini. Ma lui sicuramente molto più «cresciuto» rispetto a Roberta (la chiameremo così), perché in quell'inverno del 2017 aveva già 20 anni, mentre lei era una gamer 15enne a caccia di nuove sfide online. E anche con tanta voglia di crescere. Sicura di sé, forse certa di poter dominare il gioco, come spesso accade a quell'età, anche quando lui le ha chiesto di mandarle qualche suo scatto nuda. E Roberta così aveva fatto, inviandone tre, due delle quali erano però state ben presto rimosse dalla chat. Inoltre, quando la polizia aveva perquisito la casa del ragazzo, aveva trovato altre foto pedopornografiche. E se il primo reato (adescamento di minorenni) è stato dichiarato prescritto già qualche mese fa, nei giorni scorsi il ragazzo, residente a Napoli, difeso dall'avvocata Claudia Pezzoni, è stato condannato a 4 mesi e al pagamento di 1.400 euro di multa per detenzione di materiale pedopornografico. Il pm Lino Vicini aveva chiesto un mese in meno.

Era stata la madre di Roberta a penetrare in quelle conversazioni segrete. Un caso. E una scoperta scioccante. Quel pc era il suo, dopo che lei e il marito avevano «requisito» a Roberta il portatile personale, che negli ultimi tempi usava in modo quasi ossessivo. Ma la madre si era subito imbattuta in una chat a chiaro sfondo sessuale sulla piattaforma Discord tra la figlia e una persona con il nickname «Crono X». Una chat su cui si confrontano gli appassionati di videogiochi, ma alcuni messaggi tra Roberta e l'anonimo avevano ben altri temi.

Quasi un mese di conversazione fra la ragazza e Crono X: discorsi riguardanti i giochi o altre amenità su una piattaforma pubblica fino a al 22 febbraio, quando lui, con cui Roberta chattava già da alcuni mesi, le aveva chiesto di trasferire le loro conversazioni su un canale privato. Ormai tra lei e Crono X si era creato un rapporto confidenziale: parlavano delle strategie di gioco, delle novità in arrivo, ma poi avevano cominciato anche a parlare di se stessi. Di sogni. E desideri.

Ma quando le aveva chiesto di passare sul canale privato, aveva subito abbandonato ogni remora: con un linguaggio a tratti anche volgare, le aveva chiesto di girargli alcune sue immagini nuda. E alle richieste aveva allegato anche alcuni commenti su certe pratiche sessuali.

Insomma, la maschera era caduta. E Roberta, ingenuamente, si era fatta convincere, come se anche quello, alla fine, fosse un gioco tra loro. Gli aveva inviato tre foto, una delle quali in cui si vedeva anche il volto per intero. Ma due giorni dopo il padre di Roberta si era presentato negli uffici della polizia postale per fare denuncia: già in quel momento solo una delle immagini era ancora visibile sulla chat. E risalire all'identità di Crono X è stato un «gioco» facilissimo: come gamer, aveva un canale YouTube e anche un profilo Instagram collegato al suo vero nome. Mistero svelato.

Georgia Azzali

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