Calcio femminile
«Quando ho ricevuto la prima telefonata dal direttore Aurelio, la mia volontà era chiara: speravo soltanto di essere scelto. Conoscevo già tante persone all’interno della società: sapevo che avrei trovato un ambiente ideale per lavorare». Giovanni Valenti, nuovo tecnico del Parma Women, è di casa nel mondo gialloblù. Un passato nell’Under 16 e nell’Under 18 crociata, con cui ha ottenuto ottimi risultati. Poi, l’anno scorso, la prima esperienza nel calcio femminile, a Brescia. Ora il passaggio da Collecchio a Noceto. Pochi chilometri ma, forse, un mondo molto diverso: «La società ci mette nelle condizioni di lavorare al meglio: dalla profondità dello staff alle strutture, fino alla qualità dei campi in erba. È un centro sportivo di ottimo livello».
Com’è stato l’impatto iniziale?
«Le prime impressioni sono decisamente positive. Abbiamo cominciato presto. E questo è un vantaggio perché ci sono stati tanti cambiamenti e sono arrivate molte atlete straniere. La rosa è ancora aperta, sia in entrata che in uscita».
Quest’anno, tre ragazze provenienti dal settore giovanile faranno parte della prima squadra: quanto è importante?
«Ha un valore enorme. L’inserimento di Cristina Minuscoli, Camilla Cini e Mariah Gueguen testimonia l’ottimo lavoro fatto dal settore giovanile sotto la guida del responsabile, Federico Pangrazi. Avere un respiro internazionale, ma al tempo stesso riuscire a valorizzare il vivaio, è una delle ricchezze di questa squadra».
Il capitano sarà ancora Caterina Ambrosi?
«Sì, non ho mai avuto dubbi in merito. Ambrosi è una giocatrice che mi entusiasma: ha qualità e intelligenza tattica. È stata protagonista nella promozione in serie A e si è guadagnata il titolo con il lavoro, la personalità e la dedizione».
In questa avventura sarà nuovamente affiancato da Michele Cavalli, il suo vice.
«Michele porta un bagaglio di esperienze di alto livello, avendo collaborato anche con Roberto De Zerbi al Sassuolo e allo Shakhtar Donetsk. Siamo molto vicini nella visione degli aspetti formativi e nello stile di gioco che vogliamo proporre. E, quando serve, sappiamo anche metterci in discussione a vicenda».
Qual è la sua idea di calcio?
«Credo nella flessibilità. I sistemi di gioco dipendono dalle caratteristiche della rosa e da quelle delle avversarie. Vorrei una squadra coraggiosa, in tutte le fasi. Con il massimo rispetto per chi affrontiamo ma con un’identità offensiva ben precisa: possesso, intensità, piacere di giocare. Questo è il calcio che mi appassiona».
Il mercato è stato costruito in condivisione con la società?
«C’è stata subito grande sinergia anche sotto questo punto di vista. Ho trovato un dialogo costruttivo con il direttore Aurelio e una perfetta concordanza di idee con Luca Bonomo dell’area scouting. Sono state tracciate linee guida chiare e il lavoro si è svolto in piena collaborazione».
Affronterete subito la Juventus nella nuova serie A Women’s Cup?
«È il meglio che potessimo sperare. Le campionesse d’Italia rappresentano uno stimolo enorme. Sarà un momento molto intenso, dal punto di vista emotivo, e sono felice di avere il tempo per prepararlo al meglio. Sento forte la responsabilità di ripagare la fiducia che mi è stata data».
Pietro Razzini
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