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Montagna

L'Appennino Est attrae sempre più nuovi abitanti

L'Appennino Est attrae sempre più nuovi abitanti

di Maria Chiara Pezzani

20 Settembre 2025, 08:52

Langhirano Una montagna che può essere un’opportunità, il luogo scelto da sempre più persone «in fuga» dalla città, anche a spese di qualche chilometro in più da colmare.

È la fotografia emersa da «Rapporto montagne Italia 2025» che Uncem sta presentando in giro per l’Italia e che il prossimo 18 ottobre vedrà una tappa anche a Langhirano, sede dell’Unione montana Appennino Parma Est.

Proprio il territorio unionale infatti risulta essere, nella provincia di Parma, quello in cui il saldo tra i movimenti della popolazione in ingresso e in uscita dalla montagna ha il valore maggiore (+5,41%), un dato accolto con soddisfazione.

«Non solo la popolazione italiana della montagna presenta – e questa è una novità assoluta – un saldo positivo, ma questo sopravanza nettamente quello della popolazione di cittadinanza straniera – commentano dall’ente -. I segnali registrati rivelano un movimento sistematico che propone una inversione inedita nella storia economica e sociale della Repubblica: la montagna è vista sempre più come un’opportunità di vita, un’alternativa tutto sommato vicina per quanti desiderano abbandonare le metropoli, soffocate dagli effetti dell’iper agglomerazione sociale e produttiva».

«Il movimento dei «montanari per scelta» ha tracciato la pista, seguito dalla crisi pandemica e dalla diffusione dello smart working: oggi la pressione posta dal cambiamento climatico sulle città bollenti e inquinate fa emergere con più evidenza una diffusa aspirazione a trasferirsi nelle terre alte, che sia in modo permanente o per lunghi periodi all’anno alla ricerca di spazi «vuoti» fisici e mentali, che favoriscono la creatività e le opportunità di innovazione. Movimenti che sono oggetto di impegnativi studi sociali, antropologici, ambientali, economici, geografici su «migrazioni verticali» e programmazioni metromontane dentro a nuove forme di equilibrio dove la montagna non è più la parte fragile ed il capoluogo la parte forte, ma due interlocutori paritetici».

Segnali che sì invitano all’ottimismo, ma che devono essere anche uno stimolo a guardare con lungimiranza alle scelte future.

«L’errore più grave di fronte ad un ribaltamento di tendenza ancora così immaturo (ed incerto) sarebbe quello di dare per scontati e acquisiti i suoi esiti. Il fattore di spinta e la presa di distanza dalla condizione metropolitana non sono in alcun modo una scelta irreversibile» concludono.

«Le politiche di sviluppo locale non possono dunque permettersi di essere modeste nelle ambizioni e devono farsi trovare pronte ad accogliere, ad incentivare e a consolidare questo moto, garantendo servizi all’infanzia, sanitari, una maggior cura e potenziamento delle infrastrutture, siano le direttrici stradali sia il superamento del digital divide, oggi più che mai necessario in un mondo sempre più connesso».

Maria Chiara Pezzani

© Riproduzione riservata

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