Il caso
«In quest’ultimo mese - interviene la deputata di Fratelli d'Italia Gaetana Russo -, tutti hanno ribadito la contrarietà al progetto di impianto eolico Parma A nei comuni di Bardi, Borgo val di Taro e Valmozzola (e in modo speculare per Parma B, che arriverebbe ad interessare anche il crinale piacentino), taluni ulteriormente solerti anche a smarcarsi da eventuali responsabilità, più che protesi a provare a dare un contributo fattivo, nei limiti delle proprie possibilità. Ma a Bardi, durante una delle assemblee in cui sindaci hanno provato a spiegare alle nostre comunità cosa stesse accadendo, ho dato parola che FdI avrebbe fatto la propra parte, ribadendo l’importanza di essere coesi per il nostro territorio. Questo è il motivo per cui stamattina (ieri; n.d.r.), grazie al sottosegretario al Mase di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro, a Ettore De Conciliis e a Esmeralda Tuccimei, ho ritenuto opportuno promuovere un’occasione di approfondimento e confronto con il direttore del Mase Gianluigi Nocco, per i sette comuni interessati dai Piani Parma A e Parma B, occasione preclusa ai Comuni in questa particolare procedura, ma non ai parlamentari nell’espletamento del proprio mandato».
«Persino la sinistra locale - continua la deputata - ammette che le storture normative e procedurali, in cui annovieriamo il procedimento di Via che interessa gli impianti eolici, siano la conseguenza della transizione ecologica imposta dalla sinistra in Europa, così come persino la sinistra è consapevole che tornare a produrre energia, per un Paese che ha subappaltato per decenni la propria capacità energetica, accolga distorsioni, volando sulle teste anche dei territori. Ma quest’opera determina ansia e preoccupazione per tutti noi sotto il profilo ambientale, idrogeologico e paesaggistico, con potenziali impatti significativi sull’equilibrio del territorio e sulla qualità della vita di chi vi abita, e occorre provare ad essere tempestivi ed efficaci. L’architetto Nocco del Mase, che ringrazio per la disponibilità, ci ha chiarito che il parere sugli impatti “ambientali” non è formulato dal Mase in quanto organo politico, ma dalla Commissione Tecnica Pnnr-Pniec, organo autonomo, composto oggi da 50 membri con un gruppo istruttore, chiamato a giudicare non l’opportunità o la congruità del progetto, ma gli impatti, anche cumulativi, sull'aria, sul suolo, sull'inquinamento acustico, sull’inquinamento elettromagnetico, ed eventuali patimenti alla fauna selvatica. È un apprezzamento quindi di natura tecnica, complesso e non a cuor leggero o già predeterminato, come temuto da qualcuno, di concerto con il Mic, che opera invece tramite le Soprintendenze, in tal caso di Parma e Piacenza, chiamate ad esprimere un parere vincolante, ma sull’aspetto “paesaggistico”. E non capita di rado che i due pareri confliggano, e solo in tal caso a dirimere la questione sarà un organo politico, in capo al CdM, ferme le ordinarie modalità di impugnazione, oggetto anche questo dei quesiti odierni. Ma ciò segnala ancor di più l’importanza entro il 31 ottobre da parte di tutti noi, Regione in primis che ha un ruolo centrale, di compulsare la procedura con osservazioni, in modo da presentare un fronte comune e determinato a difesa della Valtaro e Valceno».
© Riproduzione riservata
Bollino rosso ARPAE
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata