Lutto
I funerali domani a Gravago alle 14.30 nella chiesa di Pieve
Giuseppe Zazzera, 85 anni, se è andato il 2 ottobre, festa degli Angeli custodi a cui è intitolato l’oratorio di Osacca che custodiva. «Lo hanno accolto loro» commenta nostalgicamente Luciano Zazzera, figlio di Domenico, il «Garibaldi» della 135ª Brigata, protagonista della battaglia di Osacca.
«Pino era un uomo buono, con una fede semplice, senza dubbi. Veniva a messa alla Pieve. Da adolescente aveva vissuto il dolore della morte della madre Maria; la sorella Anna, piccolissima, era stata data per qualche tempo in balia a mia zia al Ceredasco. C’era questa umanità». Il padre Tranquillo era contadino e Giuseppe era cresciuto aiutandolo nei campi fino al servizio militare.
Aveva poi ottenuto un contratto a Bardi come dipendente comunale con diverse mansioni, tra le quali il bidello.
Un nuovo lutto era stata la morte della sorella appena cinquantenne, con la quale aveva un rapporto molto intenso, e che spesso da Parma lo andava a trovare con il marito e la figlia.
«Aveva il senso della famiglia e del dovere – prosegue Luciano – e anche della comunità. Frequentava volentieri le sagre di paese. Alla festa di Sant’Anna aveva il ruolo di parcheggiatore».
«Pino era una bravissima persona – ricorda il compaesano Vittorio Scaglioni –. Ero spesso a casa sua. Veniva ad aiutarmi a fare il fieno, tagliavamo insieme la legna. Al pomeriggio si dedicava alla terra, aveva impiantato tre orti». Negli ultimi anni le precarie condizioni di salute gli avevano tolto l’autonomia e l’aiuto di Vittorio e di Lina, suoi fedeli amici, e la collaborazione di una badante, non erano più sufficienti. Così si era trasferito a Villa Mater Gratiae di Bardi.
Pino Zazzera c È stato uno dei testimoni intervistati nel documentario «Montagna ribelle. L’assalto e altre pagine».
Alle giornaliste che avevano bussato alla sua porta aveva aperto con il suo amabile sorriso la casa e il cuore. Davanti a un caffè fumante accompagnato da cioccolatini, seduto vicino alla stufa aveva ripescato i racconti del padre e i propri timidi ricordi di bimbo di quel primo atto della Resistenza nel parmense.
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