SALSOMAGGIORE
Si è conclusa nei giorni scorsi con la denuncia alla Procura della Repubblica di Parma di un 33enne straniero, l'accurata attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Salsomaggiore Terme.
Le indagini hanno permesso di individuare il presunto responsabile di un furto in abitazione risalente ad alcuni anni fa, durante il quale sono stati sottratti 1.200 euro in contanti, monili in oro e orologi di valore. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine per numerosi precedenti specifici commessi in diverse località del sud Italia, è stato inchiodato da prove scientifiche inequivocabili.
Era una sera del mese di marzo di alcuni anni fa, quando una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile di Salsomaggiore Terme è prontamente intervenuta presso l'abitazione di un residente, che aveva appena scoperto di essere stato derubato. I Carabinieri, giunti tempestivamente sul posto, hanno constatato che la porta blindata era stata forzata, e la vittima, rientrata da alcuni giorni di vacanza, aveva subito il furto di denaro e preziosi di ingente valore.
I militari, dopo aver accertato l'assenza di intrusi, hanno immediatamente isolato l'area per preservare eventuali tracce utili alle indagini. Il meticoloso sopralluogo della scena del crimine ha consentito di individuare numerose tracce ematiche sul pavimento e nei pressi di una cassaforte a muro danneggiata nel tentativo di essere aperta.
Data l'importanza delle tracce biologiche presenti, i Carabinieri hanno immediatamente provveduto al prelievo e alla campionatura del sangue con tamponi sterili, ritenendo probabile che appartenessero all'autore del furto, feritosi durante l'azione. Dopo la formalizzazione della denuncia da parte della vittima, che ha fornito una dettagliata descrizione dei beni rubati, le indagini, inizialmente senza esiti concreti, sono proseguite silenziosamente con un approccio scientifico e specialistico, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica.
Le tracce di sangue repertate sono state quindi affidate alla "Sezione Biologia" del RIS di Parma. I Carabinieri del RIS hanno svolto un lavoro cruciale, mettendo in atto tutte le procedure necessarie per rendere le tracce utilizzabili a fini probatori e avviando un complesso processo di comparazione del DNA. Grazie a queste accurate analisi, è stato possibile estrapolare un profilo genotipico maschile, rimasto sconosciuto fino a poco tempo fa.
La svolta è arrivata con il matching di un campione recentemente inserito nella Banca Dati Nazionale del DNA. La comparazione ha rivelato che il sangue rinvenuto nell'abitazione corrispondeva al profilo genetico del 33enne straniero, collegandolo in modo inequivocabile alla scena del crimine.
Sulla base delle prove schiaccianti raccolte nel corso delle indagini, e fermo restando il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, il 33enne, già noto per reati specifici e appartenente a un gruppo criminale coinvolto in fatti analoghi nel sud Italia, è stato infine denunciato all'Autorità Giudiziaria.
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