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indagini

Il caso Pozzolo passa dal laboratorio dei Ris di Parma

Il deputato Pozzolo rifiuta il test sulla polvere da sparo. La Prefettura di Biella gli ritirerà il porto d'armi

Emanuele Pozzolo con Andrea Delmastro Delle Vedove e Francesca Delmastro Delle Vedove.

03 Gennaio 2024, 18:40

Alla festa di Capodanno nel Biellese erano rimasti in una ventina, bimbi compresi, rispetto ai trenta partecipanti dell’inizio, quando a brindisi conclusi, intorno all’1.30, uno sparo dalla mini pistola del deputato Emanuele Pozzolo ha ferito lievemente a una gamba il genero di un agente della scorta di Andrea Delmastro, sottosegretario alla giustizia. Le testimonianze degli ultimi rimasti, bimbi esclusi, sono state acquisite ora tutte dalla procura di Biella e dai carabinieri, che si stanno occupando del caso e che già ieri avevano iniziato ad ascoltare i presenti. Lo spavento per il colpo della piccola arma da fuoco e il ferimento sono nel racconto di tutti, con la corsa poi da una parte a tranquillizzare i bambini presenti, portati in un’altra stanza per calmarli, e dall’altra a chiamare i soccorsi per Luca Campana, 31 anni, di Candelo, portato nel vicino ospedale di Ponderano, per essere dimesso già il 1 gennaio.
Sulle testimonianze resta riserbo, perché proprio dai dettagli che ciascuno ha riferito gli inquirenti cercheranno di ricostruire quanto accaduto quando il deputato di Fdi è arrivato per salutare, a festa conclusa, dopo essere già passato proprio da quella sala della proloco di Rosazza a inizio serata, venendo dalla sua residenza nel paese accanto, Campiglia Cervo. Sarebbe stato lui, secondo alcuni presenti, ad avere tirato fuori l'arma. Come sia partito il colpo, accidentale, è ciò che resta da chiarire. Agli atti c'è però il fatto che il deputato nega di avere sparato. Dai carabinieri del Ris di Parma si attendono dunque gli esiti dello stub, l’esame per verificare la presenza di polvere da sparo, sulle mani e sugli abiti di Pozzolo. Abiti che il deputato non aveva consegnato, invocando l’immunità parlamentare. Tra le persone sentite da magistrati e militari, non risulterebbero il sottosegretario e nemmeno la sorella, Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza, che aveva affittato proprio i locali della proloco per la festa con familiari e la scorta del fratello, i cui componenti avevano portato anche i propri parenti, per restare tutti insieme la sera della vigilia.
Andrea Delmastro al momento dello sparo, come lui stesso aveva dichiarato anche ai giornali subito dopo i fatti, era già a qualche centinaio di metri di distanza, alla sua auto, per sistemare alcune borse con avanzi del cenone, pronto a rincasare con la propria famiglia. La sorella invece aveva raccontato di essere andata via da un pò, dopo avere aiutato a sparecchiare, anche per la necessità di badare al proprio cane.

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