LETTERE
Gentile direttore,
nel 2015 Umberto Eco, dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in «Comunicazione e cultura dei media», fece una caustica affermazione (invito a prenderne visione) sul ruolo che i social media avevano nel dare voce ad individui che poco o nulla erano preparati sull’argomento riguardo al quale esprimevano la loro opinione.
La lettera al direttore dal titolo «Medici di famiglia e stress da Covid», firmata da Roberto Tamborlani da San Secondo, purtroppo testimonia che anche la carta stampata può essere il tramite per esprimere grossolane considerazioni su argomenti che si conoscono solo superficialmente.
Suggerisco al signor Tamborlani di occuparsi d’altro piuttosto che offendere una categoria che quotidianamente, da sempre, si prende carico della sofferenza delle persone e che durante la pandemia ha pagato un prezzo alto in termini di morti causa Covid19 contratta durante l’espletamento della professione. La frase che chiosa la sua sciatta lettera, «Eh sì c’è del lavoro in più.
Probabilmente non erano abituati», che riferisce essere stata pronunciata da un medico dell’emergenza/urgenza, è rivolta a professionisti che già in era pre pandemica visitavano decine di persone al giorno, occupandosi di acuti, cronici, terminali, rispondevano a dozzine di telefonate e facevano fronte a carichi burocratici crescenti. Se fosse vera sarebbe auspicabile un costruttivo confronto tra professionisti, informale o all’ Ordine dei medici, dove potrei illustrare al collega la mole di lavoro che quotidianamente abbiamo da sempre svolto.
Le criticità e il valore del suo prezioso lavoro li conosco bene avendo prestato servizio, notturno e festivo, con turni che duravano anche 36 ore, per diversi anni, come guardia medica sui mezzi e nelle sedi Cri e Enpa della Bassa sempre supportato da ottimi volontari del soccorso, nello stile poche chiacchiere e molti fatti, che nelle lunghe pause tra un’emergenza e l’altra trovavano altro da fare piuttosto che spettegolare, senza cognizione di causa, sui presunti difetti dei medici di famiglia .
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