×
×
☰ MENU

LETTERE

La siccità e la diga di Vetto

di Ennio Ferrarini

22 Agosto 2022, 14:38

Gentile direttore
dopo il recente e lungo periodo di impressionante siccità quello della diga di
Vetto d'Enza è un tema veramente «scottante», di grande importanza ed attualità, che merita la massima attenzione generale.
Da parte dei cittadini, delle Associazioni agricole, industriali e del Terzo settore, degli Ordini Professionali e soprattutto degli Amministratori locali della Val d'Enza, della Provincia e di tutta la Regione Emilia Romagna. Una di quelle in Italia che ha il maggior numero di produzioni Dop (Parmigiano-Reggiano ecc. ecc.) che si basano sulla disponibilità dell'acqua e nel contempo il minor volume di acque di «riserva» immagazzinate nei bacini. Una delle regioni più esposte a periodici fenomeni alluvionali anche drammatici e recenti, col minor numero di dighe e di casse di espansione in grado di contenere e gestire anche le piene «millenarie» ( importante effetto «laminazione» che è la miglior forma di prevenzione delle alluvioni, sempre più frequenti in Italia viste le variazioni climatiche del nuovo millennio).
E' davvero molto importante ed urgente prendere consapevolezza «diffusa» della situazione complessiva, del rapporto costi / benefici (usi civili, potabili e industriali, irrigazione per l'agricoltura, ma anche produzione di energia elettrica, pulita, rinnovabile ecc.) degli impatti concreti sul paesaggio e sul microclima della zona (con i relativi riflessi potenziali sulla fruizione turistica e sportiva) e dei tempi di realizzazione del Progetto che, vista la progressiva emergenza idrica, devono essere più brevi possibili. Per poter arrivare ad una decisione importante e «storica» rapidamente e con modalità più possibile condivise e «consapevoli» per tutti.
Una scelta strategica che tenga conto degli importanti progetti già a suo tempo approvati nei anni '80, ovviamente da aggiornare in base alla evoluzione delle normative, che si basi sul parere tecnico di Ingegneri specializzati nel settore, e sull'esperienza di tante altre regioni del nostro paese che hanno risolto i loro problemi idrici con invasi importanti, in grado di ripagare gli investimenti in tempi ragionevoli e di produrre «valore» per le generazioni future. Oltre alle Alpi, il nostro paese è pieno di importanti casi di successo in regioni vicine come Toscana ed Umbria e lontane come Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna ecc.) .
Noi in Emilia siamo in ritardo in questo settore vitale per la nostra vita e per la nostra economia e dobbiamo fare presto. Specie dove le condizioni idrogeologiche sono ideali per invasi importanti e «decisivi» ed i progetti di primari studi ingegneristici sono già pronti (solo da aggiornare) e, a suo tempo, già approvati dal Ministero. Come nel caso della Diga di Vetto che risolverebbe tutti i problemi delle province di Reggio, Parma e Mantova destra Po.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI