lettera al direttore
Egregio direttore,
il giorno 10 agosto ho chiamato il numero verde dell'Ausl di Parma per prenotare una visita dermatologica fortunatamente non urgente.
Mi è stato risposto che il primo posto disponibile è il 12 maggio 2023 all'Ospedale di Vaio, dopo aver sentito questa data non ho avuto neanche il coraggio di chiedere quale fosse la prima data disponibile presso l'Ospedale Maggiore.
Sul sito dell'Ausl di Parma nella sezione «Tempi di attesa» si evidenziava che lo standard regionale è «entro 30 giorni per le visite e 60 giorni per la diagnostica»: dal giorno 10 agosto 2022 al 12 maggio 2023 i giorni sono 275 (duecentosettantacinque, lo scrivo in lettere perché il numero è talmente grande che si potrebbe pensare ad un errore di battitura) che non è un tempo di attesa accettabile ma bensì vergognoso.
Tramite il fascicolo sanitario elettronico ho provato ad effettuare la stessa prenotazione presso l'Ausl di Reggio Emilia e con mio grande stupore mi sono state proposte ben 6 strutture con date entro inizio/metà settembre (2022 non 2023 !).
Ho richiamato oggi 30 agosto ed, addirittura, non hanno l'elenco di date disponibili.
Ora... la solita giustificazione di questi tempi di attesa biblici con la presenza della pandemia è francamente ormai inaccettabile dopo due anni e mezzo dall'inizio della stessa, anche perché di là dall'Enza non c'è il Covid?
Quello che poi fa più rabbia è sentire dirigenti sanitari parlare di eccellenza qua ed eccellenza là quando poi l’Ausl non riesce a fornire le prestazioni sanitarie di base.
A questo punto, visto passati 20 giorni dalla mia prima telefonata, non mi resta che rivolgermi ad una struttura privata locale o ad uno specialista in modalità intramoenia nel qual caso (miracolo !) i tempi di attesa si abbattono ma raddoppiano i costi per me che già pago per il servizio sanitario nazionale.
Non ci siamo!
Parma, 30 agosto
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