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CAMPOVOLO

Ligabue in concerto: le foto dei parmigiani alla Rcf Arena - Foto

Il cantante: "Questo Campovolo è un altro pezzo del mio racconto"

21 Giugno 2025, 12:38

Lunghe code davanti alla Rcf arena in attesa del concerto di Ligabue che si terrà questa sera. Fans già accampati dalle prime ore del mattino: tra loro molti parmigiani. Chi vuole può mandare uno scatto del concerto che troverete pubblicato sul nostro sito. 

Inviate foto e mail  a sito@gazzettadiparma.it 

Ligabue: "Questo Campovolo è un altro pezzo del mio racconto" 
"Campovolo è qualcosa che all’inizio ci è sfuggito quasi dalle mani", racconta Luciano Ligabue parlando prima de "La notte di certe notti", evento che stasera vede il cantautore tornare a Campovolo, oggi RCF Arena di Reggio Emilia. Un appuntamento pensato come momento collettivo, ma anche come spazio di riflessione. "Tornando a 20 anni fa, io e Maioli (l'ex manager, ndr) ci eravamo serviti di due agenzie per realizzare un concerto del genere; nessuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe venuta così tanta gente", ricorda il cantautore che torna per la quinta volta nell’area che ha contribuito a rendere famosa. "Cercheremo di alzare ancora un pochino l’asticella", dice sorridendo Ligabue che sarà accompagnato sul palco (per la prima volta a Campovolo) anche dal figlio Lenny alla batteria. "Durante le prove Lenny non ha mostrato incertezze. Ha fatto delle prove magnifiche. Lo sto rassicurando il più possibile. Il salto dai teatri a questo spazio è importante, ma lui è talmente 'il mio batteristà che era impensabile non averlo anche qui", dice da padre orgoglioso. Il concerto sarà costruito come un grande racconto visivo e musicale, arricchito anche da soluzioni tecnologiche demandate anche all’intelligenza artificiale. "E' chiaro che, quando hai a disposizione una tecnologia come l’IA, sta a te capire fino a che punto usarla. Noi abbiamo cercato di usarla per creare realtà che non esistono, per esempio mettere insieme i capi del mondo che brindano su una navicella spaziale. Serve, se la si usa con la giusta parsimonia, per arricchire i contenuti. Devo dire che, in particolare, c'è il contributo visivo in "Cosa vuoi che sia": durante il pezzo scorreranno dati sul riscaldamento globale... e quell'immagine della Las Vegas post-apocalittica che si vede è molto forte e sarebbe stato impossibile realizzarla". 
Las Vegas è centrale anche nel simbolismo dello show dell’evento. "Porto soprattutto la Las Vegas dello svago e quella che è al centro della corruzione - spiega l’autore di "Buon compleanno Elvis" - E’ centrale per noi perché Campovolo è il posto delle feste. C'è quella parte di divertimento che è ben chiara e in qualche modo è stata ispirata da quello che abbiamo fatto 30 anni fa con il video di "Viva", ambientato a Las Vegas, in cui indosso giacche stile Elvis. Las Vegas rappresenta un pò tutto e il contrario di tutto, ed è un’immagine fortissima per questo momento storico". Non mancano, poi, riferimenti alla realtà e alle responsabilità di tutti. "Io ho avuto un sogno che sembrava molto vicino a una realtà e che si è formato nella mia adolescenza. Negli anni Settanta pensavo che il mondo si potesse cambiare, rendendolo più praticabile, giusto, equo, vivibile. In quel periodo operai, studenti e intellettuali andavano nella stessa direzione. Oggi quello che vedo è l’esatto opposto di quel sogno. Cosa si può fare? Ci sarebbe da smontare tutto, ma di sicuro non può farlo un cantante. Quello che possiamo fare è ricordare che non si può ignorare il riscaldamento globale, come non possiamo continuare a pensare in termini di riarmo e guerra, come stiamo vedendo in questo periodo. Credo che una speranza per il futuro passi per forza dal genere femminile". Nello show ci sarà anche un momento in cui di parlerà del conflitto in Medio Oriente.
"Su Gaza ogni parola rischia di diventare superflua perché è tale l’orrore e l’indignazione che si rischia sempre di aggiungere qualcosa che perde effetto - riflette Liga -. Però non possiamo assolutamente non ricordare che noi abbiamo bisogno di pensare che ci sia una fine a questo massacro. Abbiamo quindi deciso di recuperare uno speech di Benigni in cui allo stesso tempo, indignato ma commosso, affronta il tema dei bambini vittime della guerra. Denunceremo il fatto che non c'è solo Gaza: c'è l’Ucraina, c'è il Sudan, ci sono 56 conflitti in corso nel mondo e ricorderò che ventisei anni fa usciva "Il mio nome è mai più" (pezzo cantato con Jovanotti e Pero Pelù, ndr) e il suo messaggio è esattamente quello che continuo a pensare". Interrogato sulla questione dei concerti, scoperchiata da un post di Federico Zampaglione, dice: "Non sono informatissimo sulla nuova musica in Italia però non ci vuole molto a capire che è diventato un mondo maledettamente competitivo. Se da un giorno all’altro, dal provino in casa, non arrivi il giorno dopo a fare uno stadio, sembra ci sia qualcosa che non va. Ci deve essere invece un tempo di maturazione e quindi se queste tecniche, esistono veramente e sono messe in atto non fanno bene di sicuro né alla musica né agli stessi artisti".  

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