×
×
☰ MENU

Fra un anno si va al voto: a confronto le «ricette» sul futuro di Parma

Fra un anno si va al voto: a confronto le «ricette»  sul futuro di Parma

di Antonio Bertoncini

23 Giugno 2021, 09:32

Incontro in Piazza fra i capigruppo. Il dibattito dei  comitati con Pd, Lega e Effetto Parma

Fra un anno a Parma si voterà per eleggere un nuovo sindaco (in quanto non potrà essere rieletto  Pizzarotti) e un nuovo consiglio comunale. 
I partiti già cominciano a muovere i primi passi su programmi e possibili alleanze in vista di una consultazione il cui esito appare oggi tutt’altro che scontato. Un utile spunto per delineare la “Parma che verrà” nella prossima legislatura è stato offerto dai comitati “Cittadella per Parma” e “Parma in Centro”, che hanno invitato in Piazza Garibaldi i rappresentanti di partiti di diversa ispirazione per un dibattito su alcuni temi che probabilmente saranno al centro del confronto elettorale: la ripartenza dopo il Covid, la competitività territoriale, l’evoluzione del welfare e la sicurezza.
 In due ore di confronto signorile e compassato, condotto dalla giornalista Eddy Lovaglio e introdotto dalle presidenti delle due associazioni promotrici Isabella Grassi e Francesca Zanetti, ne hanno parlato i capigruppo in Comune Cristian Salzano (Effetto Parma), Lorenzo Lavagetto (Pd) ed Emiliano Occhi (Lega), insieme a Giampaolo Lavagetto, rappresentante dei due comitati. Sulla ripartenza, Salzano ha sottolineato che il sistema Parma ha retto bene, grazie soprattutto alle istituzioni e al volontariato, «anche se i conti veri si faranno a gennaio 2022», ed ha elencato gli interventi del Comune a sostegno delle categorie più colpite. Emiliano Occhi ha invocato lo snellimento della burocrazia, mentre Lorenzo Lavagetto ha posto l’accento su sanità e lavoro per rilanciare l’economia.
 Più drastico Giampaolo Lavagetto che chiede «di sospendere regolamenti, divieti e sanzioni» denunciando «la lentezza elefantiaca della pubblica amministrazione» e invocando interventi di sostegno per il centro storico, dove il commercio rischia la desertificazione.
 Tutti d’accordo sulla necessità di intervenire per salvaguardare l’identità del centro storico e la presenza del commercio di vicinato, così come sul fatto che è necessario colmare il gap infrastrutturale: «A Parma abbiamo un territorio forte – è il ragionamento di Occhi – ma perché il sistema funzioni servono la Ti-Bre, la Pontremolese e la Cispadana. Non mi rassegno al fatto che Parma stia cambiando troppo, e forse in peggio». «Spostamenti rapidi – è la ricetta del capogruppo Pd – in 38 minuti si va a Milano, ma non è lo stesso per Bologna, e se il capoluogo fosse più rapidamente raggiungibile si potrebbero aprire ragionamenti nuovi anche per le nostre infrastrutture». L’altro Lavagetto, Giampaolo, tessendo gli elogi dell’assessore Cristiano Casa, ha sostenuto che «bisogna valorizzare le nostre unicità», puntando anche sull’inclusione sociale, «perché dove ci sono differenze troppo marcate si creano disagio e malessere, in una città – lo ha sottolineato Lorenzo Lavagetto - «dove abbiamo 36.000 stranieri, alto tasso di invecchiamento e bassissima natalità».
 Sul welfare, Salzano ha difeso il comune di Parma, che quest’anno ha investito 75 milioni, tanti, anche se non bastano mai, mentre Occhi punta sul lavoro buono e equo (non quello precario dei fattorini) come leva di inclusione sociale, e sulla sicurezza punta il dito contro l’amministrazione Pizzarotti, accusandola di sostanziale latitanza. Sullo stesso tema Lorenzo Lavagetto sottolinea la necessità di evitare infiltrazioni mafiose, mentre Salzano punta sul presidio territoriale dei cittadini «perché la criminalità prospera dove la città è deserta». Infine Giampaolo Lavagetto pensa che il recupero degli spazi pubblici, la lotta al degrado, la tutela del commercio, l’integrazione culturale e la prevenzione del disagio giovanile siano i presupposti essenziali per prevenire la criminalità.

 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI