LA SPEZIA
Via della Crocetta, c'è un oliveto. E se t'affacci, e vedi tutto quel mare color dello zaffiro, c'è il paradiso. Portovenere, terra di grandi corsari amata da grandi poeti, patrimonio dell’umanità, è anche quel pezzo d’oliveto e quel muro circolare vicini al castello Doria che oggi, partendo da una base di 66.458,50 euro, vanno all’asta.
Ma la gente di Portovenere e gli ambientalisti oltre alle opposizioni dicono di no. Dopo la petizione-appello lanciata da Legambiente La Spezia sul portale change.org 'Non si vende il Paradiso...', è forte la richiesta al sindaco Matteo Cozzani di interrompere la procedura di gara che ha come termine ultimo per la presentazione delle domande il 29 gennaio 2022. Si chiede il mantenimento della proprietà pubblica e «l'avvio di una progettazione partecipata finalizzata all’uso conservativo di quella porzione di territorio, che ne favorisca la fruizione con finalità educative nel rispetto dei suoi valori e del genius loci».
Oggi, poco dopo le 11, proprio sotto la bella chiesa gotica di San Pietro che ispirò Montale, in 200 si sono trovati per dire che «Il Paradiso non si vende». «Siamo soddisfatti, la manifestazione è riuscita con la partecipazione di circa 200 persone - ha detto Stefano Sarti, presidente di Legambiente La Spezia, tra le associazioni organizzatrici della manifestazione di oggi -. Chiediamo a questo punto che l’asta di vendita del terreno di Via Crocetta a fianco del Castello Doria di Portovenere venga annullata e che questo terreno sia destinato a uso pubblico, anche con un ruolo del Parco Naturale, affinchè sia conservata la sua unicità».
Nel corso della manifestazione si è formato un piccolo corteo utile ad affiggere un lungo striscione con su scritto «Non si vende il paradiso» proprio sotto le mura della chiesetta. L'amministrazione di Porto Venere è da tempo al centro dell’attenzione degli ambientalisti in merito ad alcune scelte non condivise dagli attivisti e da alcuni cittadini, come il masterplan per la valorizzazione turistica dell’isola Palmaria che per gli oppositori sarebbe troppo impattante. Ora va all’incanto l’oliveto, e secondo gli ambientalisti va all’asta un altro gioiello, ma anche la possibilità di tutti di passare di lì, affacciarsi su quel golfo e ammirarne la grande bellezza.
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